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EVITARE ESCALATION, GOVERNO RIFERISCA IN AULA SULL’IRAN E LA CRISI IN MEDIO ORIENTE
Le parole di Tajani contro le opposizioni sono inaccettabili
Di fronte a quanto sta avvenendo in Medio Oriente, con l'attacco di Israele all'Iran, è assolutamente necessario mettere in campo ogni azione diplomatica per evitare una escalation che sarebbe pericolosissima.
Ci auguriamo che il nostro governo voglia essere protagonista, in tutte le sedi, di questo sforzo che deve assolutamente evitare che questa scintilla diventi un fuoco difficile da domare. In questo impegno ci troverà al suo fianco. Riteniamo utile e necessario che il ministro degli Esteri al più presto riferisca in Parlamento: il Paese deve sapere cosa sta succedendo e cosa intende fare il nostro governo per fermare questa pericolosa deriva.
Per questo esprimiamo stupore e rammarico per le parole di Tajani, che ha trovato il modo di polemizzare con le opposizioni in una situazione così drammatica. È inaccettabile che una richiesta doverosa di informare il Parlamento venga derubricata a polemica.
Ribadiamo, dunque, la richiesta di informativa del governo sulla crisi in atto in Iran. E chiediamo che tutti si mettano al lavoro per creare il massimo consenso e la massima unità possibile in un momento così drammatico: questo dovrebbe essere l'intendimento e la volontà prima di tutto di chi guida oggi il governo italiano. Qualunque parola di polemica nei confronti dell'opposizione è inaccettabile.
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SICUREZZA SUL LAVORO: DA CALDERONE VUOTE PROMESSE E NESSUN RISULTATO
Le morti sul lavoro sono una vera emergenza
Faremo, lavoreremo, stanzieremo: queste sono le parole della ministra Calderone in Aula presentando la relazione sulla sicurezza sul lavoro. Come se in questi due anni e mezzo fosse stata altrove, come fosse la ministra del Lavoro di un altro Paese.
Le morti sul lavoro sono un dramma che va affrontato come una vera emergenza nazionale, perché la sicurezza è il metro della civiltà di un Paese. E in questo l'Italia non è all'altezza. Non è cortesia il fatto che Calderone sia venuta a Montecitorio, ma è grazie alla proposta del Pd che il governo è tenuto a riferire ogni anno in Parlamento sulla sicurezza sul lavoro.
Purtroppo il metodo del governo Meloni su questo aspetto importante della vita dei cittadini si basa sulla svalutazione del lavoro da un lato e sulla compressione dei diritti dall'altro. Incurante della condizione di milioni di lavoratori.
Siamo un Paese dove si lavora tanto e si guadagna troppo poco, dove i salari sono fermi da decenni, dove intere generazioni vivono nella costante precarietà o vanno all'estero perché non si sentono rispettati. Il lavoro deve dare dignità, ma il governo Meloni toglie la speranza.
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SULLA LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA IL SOLITO RITARDO DEL GOVERNO
Dare subito attuazione alle direttive contro la violenza
La legge di delegazione europea è un appuntamento fondamentale eppure, anche in questa occasione, siamo di fronte al voto su un provvedimento che, per modalità e contenuti, riflette una gestione distratta delle responsabilità da parte del governo Meloni.
Una legge arrivata in Aula con oltre 7 mesi di ritardo a confermare come il governo comprima il ruolo del Parlamento depotenziando gli strumenti di democrazia. Un provvedimento eterogeneo dove l'esecutivo sceglie di procedere in modo esclusivo e unilaterale bocciando sistematicamente ogni proposta migliorativa e tutti gli emendamenti. Questa maggioranza dimostra quanto poco è disposta ad accogliere le istanze di responsabilità e buon senso.
Dalle querele temerarie al diritto all'informazione corretta e trasparente, alle direttive sul lavoro tramite piattaforme digitali, alla salvaguardia della privacy, alla maggiore attenzione per le PMI, alle politiche ambientali per l'efficienza energetica e la promozione delle energie rinnovabili, il governo si è mostrato sordo e inadeguato.
In Aula, inoltre, abbiamo chiesto che il governo si affretti a dare attuazione alle direttive europee sulla violenza e sugli organismi di parità. Lo abbiamo esortate ad esercitare le deleghe al più presto, prima della scadenza dei termini previsti al 2026 e 2027, in modo da consentire l’adeguamento dell’ordinamento nazionale a quello europeo in tempi rapidi, visto il continuo e insopportabile ripetersi di femminicidi e violenza contro le donne e le persistenti discriminazioni.
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SÌ AL DECRETO SULLE ESEQUIE PAPALI
Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito al lavoro di quei giorni
Il Pd ha votato sì al decreto contenente disposizioni urgenti ai fini dell'organizzazione e della gestione delle esequie del Santo Padre Francesco e della cerimonia per l'inizio del ministero del nuovo Pontefice.
In Aula abbiamo sottolineato il profondo apprezzamento per il lavoro che è stato fatto in quei giorni difficili con grande professionalità, esprimendo ringraziamento in primis al Dipartimento della protezione civile, alle Forze dell'ordine, alla prefettura in particolare, al Prefetto di Roma, all'Amministrazione capitolina e, come ha detto il Sindaco Gualtieri, alla collaborazione interistituzionale che si è manifestata sia durante il funerale di Papa Francesco, che durante l'elezione di Leone XIV.
Un sentito grazie anche al lavoro importante che hanno fatto le tante associazioni di volontariato che si sono dedicate con abnegazione ad offrire assistenza a tutte le persone che si sono recate in piazza e nella città in quei giorni.
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SULLE INFRASTRUTTURE NON CI SONO STRATEGIE PER IL DOPO PNRR
No alle privatizzazioni, il governo investa sul trasporto pubblico locale
L'Italia naviga senza rotta, senza una visione dello sviluppo infrastrutturale in un'epoca di grandi cambiamenti. È ferma sulle sue gracilità e sulle sue debolezze.
Si investe soprattutto grazie a quel Pnrr prima boicottato dalla destra e poi stravolto e rallentato. Ma soprattutto per il dopo Pnrr il governo non ha messo in campo alcuna strategia. Non c’è alcuna idea di futuro del Paese.
Il governo si è buttato nell'avventura Ponte sullo Stretto, un inghiottitoio di denaro pubblico a difesa del quale è stato approvato il decreto Sicurezza per vietare ogni protesta pacifica, cancellando tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione degli investimenti.
Cosa sta facendo il governo per recuperare il gap di innovazione e modernizzazione tecnologica della rete ferroviaria? Prima si sono affacciati scenari di privatizzazione, poi immediatamente ritirati. Poi si annuncia una riforma sui porti, che però sparisce nel dimenticatoio, ma abbiamo capito che la vera intenzione era sintetizzata dalla parola magica della privatizzazione delle autorità portuali trasformate in Spa, con il seguito delle zuffe sulle nomine. Nel frattempo si è dato il via alla privatizzazione degli interporti, compromettendo la sovranità stessa del nostro Paese. Nessuna programmazione anche sul trasporto pubblico locale e sulla continuità territoriale. Due settori fondamentali il cui unico annuncio è stato l’aumento delle tariffe.
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CONTINUI ATTACCHI ALLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
La destra insofferente ai controlli esterni sui diritti fondamentali
Governo e maggioranza continuano a strumentalizzare il recente rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, sostenendo che contenga un attacco diretto alla professionalità delle forze dell’ordine italiane.
Il documento del Consiglio d’Europa, in realtà, non contiene accuse, ma raccomandazioni e sollecitazioni volte a prevenire ogni forma di discriminazione-
Nel rapporto sull'Italia non vi è alcuna accusa di razzismo rivolta alle forze dell’ordine italiane. Si chiede semplicemente al governo di vigilare affinché non si verifichino episodi riconducibili a pregiudizi razziali.
Desta, però, forte preoccupazione l’atteggiamento del governo Meloni poiché conferma l’attacco sistematico alle principali istituzioni internazionali incaricate della tutela dei diritti umani, come l’ECRI, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), la Corte Penale Internazionale e vari organismi dell’Unione Europea.
Non si tratta di episodi isolati ma di una strategia intenzionale volta a delegittimare questi organismi, a ridurre i controlli esterni sui diritti fondamentali e a trattare ogni istituzione che esercita un ruolo sovranazionale come un impaccio o un ostacolo da rimuovere.
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RATIFICHE DI ACCORDI INTERNAZIONALI
Sull’Accordo con l’Egitto il Pd ha evidenziato la mancata collaborazione sul caso Regeni
La Camera ha approvato alcune ratifiche di accordi internazionali.
Su quello con il governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati, pur essendo a favore della collaborazione tra le nazioni, ci siamo astenuti, manifestando una riserva importante. Questo Accordo, infatti, è stato siglato nel 2024, cioè è il primo Accordo che questo Parlamento ratifica dopo la vicenda di Giulio Regeni.
Ora, il Parlamento sa quanto la vicenda di Giulio Regeni sia una pregiudiziale nelle nostre relazioni con l'Egitto, nel senso che il nostro Paese, grazie allo sforzo delle nostre Forze dell'ordine, della magistratura, degli apparati di sicurezza, ha fatto un lavoro approfondito per capire la verità sulla tortura, sul rapimento e sull'uccisione di un cittadino italiano all'estero. Il nostro Paese ha chiesto la collaborazione con le autorità giudiziarie dell'Egitto; collaborazione che non c'è mai stata. Per questo riteniamo che sia un danno all'interesse nazionale che il governo stipuli un nuovo Accordo con le autorità di un Paese che non collabora su una questione centrale, che ha a che fare con la vita di un nostro concittadino. E riteniamo sia molto grave che il governo abbia firmato un nuovo Accordo di collaborazione con l’Egitto.
Abbiamo invece votato a favore delle ratifiche: dell’Accordo con la Moldavia in materia di sicurezza sociale; dell’Accordo con l’India sulla cooperazione in ambito di difesa; dell’Accordo con il Costa Rica sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica.
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INTERPELLANZE URGENTI SU VOTO ITALIANI ALL’ESTERO E CASO KAMEL DAOUD
Intervenuti in Aula Ricciardi e Quartapelle
“Resto indignato dalla risposta del governo alla mia interpellanza sul voto degli italiani all'estero”. È quanto dichiarato dal deputato Pd Toni Ricciardi. Nonostante la conclamata incapacità dell'esecutivo, la sua scelta restrittiva e sbagliata sulla cittadinanza, 1,3 milioni hanno votato ai recenti referendum. Con che faccia un esponente del governo può dire che espletare il diritto di voto degli italiani all'estero costa troppo? Le risorse alle sedi diplomatiche per consentire il voto all'estero sono state meno della metà di quanto richiesto e dovuto. Ci viene detto che i plichi vengono inviati a indirizzi 'non bene definiti', ma chi dovrebbe controllare la veridicità delle informazioni se non il governo? Le recenti elezioni referendarie hanno riscontrato, volutamente, difetti in comunicazione e in pubblicità per gli italiani all'estero che sono rimasti all'oscuro sul voto o non hanno ricevuto il plico per votare.
Con la seconda interpellanza, Lia Quartapelle ha chiesto al ministro Giuli di dire esplicitamente che Daoud è benvenuto. Dal governo, invece, nessuna risposta e nessun atteggiamento garante dei diritti della libertà di opinione. L'intellettuale Daoud è atteso nel nostro Paese per partecipare a eventi culturali legati alla presentazione del suo ultimo romanzo. Sull'autore pendono due mandati di arresto internazionali emessi dall'Algeria, relativi a presunte violazioni e un'accusa di utilizzo non autorizzato della storia personale di una donna algerina nel suo romanzo. Si parla di reati d'opinione, reati che non esistono, o meglio, non dovrebbero esistere in Italia.
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ACCADE ALLA CAMERA
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico
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SERVONO MISURE URGENTI E STRUTTURALI CONTRO LA CRISI IDRICA
Dai dati degli Osservatori Distrettuali Permanenti emerge un quadro allarmante rispetto i livelli di siccità nel nostro Paese. La crisi idrica è particolarmente grave nel Sul e sulle Isole dove si sta traducendo in una vera emergenza ambientale, economica e sociale.
A marzo il Commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al contrasto della scarsità idrica ha illustrato le azioni ritenute prioritarie, sia per promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, sia per far fronte allo stato di crisi.
Eppure, nonostante gli allarmi, le dichiarazioni di emergenza e i progetti già pronti, dal governo continuano a non arrivare risposte concrete.
Durante il Question time, abbiamo denunciato l’inadeguatezza della risposta dell’esecutivo, che continua a limitarsi a misure emergenziali, mentre mancano visione strategica e investimenti per opere infrastrutturali.
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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA
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Acconti IRPEF Da Lunedì discussione del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2025, n. 55, recante disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l'anno 2025.
Intelligenza Artificiale Lunedì inizio della discussione del provvedimento in materia di disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale.
Giornata della ristorazione Martedì esame e votazioni della proposta di legge in merito all’istituzione della Giornata della ristorazione
Mozione In Aula da lunedì anche l’esame della mozione concernente iniziative per un piano strategico nazionale volto ad attrarre e favorire la permanenza di ricercatori europei ed extraeuropei in Italia.
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