n. 71 - 24 maggio 2024

SVELATO IL GRANDE BLUFF DI MELONI IN ALBANIA

800 milioni buttati via

I deputati del Partito democratico hanno svelato il bluff che sta dietro all’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti. Il 20 maggio sarebbe dovuto entrare in funzione il centro a Gjader ma il blitz di una delegazione dei deputati Pd ha svelato che sui 70mila ettari quadrati destinati al centro non c’è nulla. Non è nemmeno un cantiere, è una distesa deserta. I 650 milioni previsti all’inizio sono già diventati 800 milioni, e chissà quanto ancora cresceranno.

Risorse preziose sprecate per uno spot elettorale voluto da Meloni e da questa maggioranza di destra. Soldi che avrebbero dovuto essere impegnati per la sanità pubblica e per il welfare.

Fin da subito abbiamo denunciato l’assurdità di questo accordo, il rischio altissimo di violazione dei diritti umani, dell’incostituzionalità di tenere rinchiuse persone che non hanno commesso nessun reato in centri di detenzione per di più in un altro Paese. A questo si aggiunga, come da noi dimostrato visivamente, che mancano le strutture nella maniera più assoluta. Nell’area al momento non c’è nulla. Priva di qualsiasi opera di urbanizzazione, luce, acqua, fognature.  E il centro doveva entrare in funzione il 20 maggio.

TEMI DELLA SETTIMANA

UN DECRETO “SUPERBONUS” CHE FA MALE A FAMIGLIE E IMPRESE

Meloni e Giorgetti incapaci di una rimodulazione ordinata degli incentivi

Il cosiddetto decreto Superbonus, dl n. 39 del 2024, è stato approvato dal Parlamento con l’ennesimo voto di fiducia. È stata espressamente disposta la spalmatura su dieci anni delle spese sostenute, con un intervento retroattivo a partire dal 1° gennaio 2024, riguardante appunto il Superbonus (diviso finora in quattro rate), il bonus barriere architettoniche e il sisma bonus (entrambi finora in cinque rate). Per tutti questi sconti fiscali, le detrazioni dal 2024 in futuro saranno insomma decennali.  

Va sottolineato che mentre l’allungamento dei tempi da quattro-cinque anni a dieci anni non toccherà le imprese e le banche che hanno acquistato i crediti fiscali, ad essere colpiti saranno i contribuenti che li utilizzano direttamente nelle loro dichiarazioni dei redditi senza averli mai ceduti.

Quello della retroattività, inoltre, è un vulnus che ferisce a morte il principio fondamentale del legittimo affidamento.

In questi diciotto mesi la Premier Meloni e il Ministro Giorgetti non sono riusciti a gestire in modo ordinato ed efficace il riordino degli incentivi per la riqualificazione degli edifici, non sono stati in grado di immaginare una exit strategy che portasse a rivedere anche in profondità la misura con tempi e modi tali, però, da non arrecare danni gravi a famiglie ed imprese.

 

DDL SICUREZZA: STOP A FORZATURE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE

Ottenuto il rinvio di un provvedimento sbagliato

La situazione della sicurezza non è migliorata con il governo Meloni che in questo anno e mezzo ha saputo fare solo annunci e false promesse.

Una maggioranza in difficoltà ha provato ancora una volta a forzare i tempi del dibattito parlamentare e le regole democratiche per approvare il ddl sicurezza a ridosso delle elezioni europee. Insieme alle altre opposizioni siamo riusciti ad impedirlo. Una misura radicalmente sbagliata nel merito. Tocca sicurezza e giustizia e non fa né sicurezza, né giustizia.

Quel provvedimento era stato approvato in Cdm a novembre scorso, ed era arrivato in Parlamento a febbraio e da allora non è mai stato incluso tra le priorità della maggioranza. Dopo 6 mesi di stallo si svegliano e volevano stravolgere il calendario dei lavori parlamentari per chiudere tutto in 5 giorni e mandare il testo in Aula il 27 maggio, a dieci giorni dalle elezioni.  Siamo riusciti ad impedirlo.

 

SANITÀ PUBBLICA A RISCHIO, APPROVARE PROPOSTA SCHLEIN

Pdl adottata come testo base in commissione

Nel nostro Paese ci sono oltre quattro milioni di persone che non riescono ad avere accesso alle cure per le liste d’attesa infinite e il definanziamento dei servizi territoriali e di prossimità. Le audizioni dei Presidenti di regione, degli ordini e dei sindacati dei medici, del premio Nobel per la pace Giorgio Parisi, avvenute in questi giorni in commissione affari sociali, ci dicono che il SSN nazionale è fortemente a rischio e che servono al più presto misure di investimento cospicue, a partire dall’assunzione di personale sanitario.

Bene dunque che sia stato adottato come testo base la proposta di legge a prima firma Elly Schlein, che propone il graduale aumento della spesa sanitaria fino al 7,5% del Pil come nella media dei paesi europei. Ci auguriamo che la maggioranza adesso discuta e approvi con noi al più presto la legge in Aula, perché la vita non aspetta.

 

CAMPI FLEGREI: MUSUMECI AFFOSSA SISMA BONUS, GOVERNO IN TILT

Il Parlamento aveva votato sì alla nostra proposta

Nei Campi Flegrei abitano 800 mila persone che arrivano a tre milioni se si considera l’area della Città metropolitana di Napoli. Non vanno creati allarmismi ma nemmeno trascurata una situazione che oggi sta continuando a preoccupare la popolazione, ma che il governo Meloni, in perenne campagna elettorale, sembra colpevolmente sottovalutare. Abbiamo chiesto un'audizione urgente in commissione Ambiente del ministro della Protezione Civile Nello Musumeci. Va fatta chiarezza sui possibili sviluppi dell’attività sismica e sulla gestione dei possibili scenari.

Inoltre, abbiamo chiesto al governo di predisporre con urgenza un super sisma bonus al 110% per i territori dei Campi Flegrei colpiti dal terremoto.

Purtroppo però, ancora una volta, si certifica l’incapacità di questa destra di governare il Paese. Mentre, infatti, alla Camera sono stati approvati da tutti i partiti ben tre ordini del giorno che andavano nella direzione del super sisma bonus, come da noi richiesto, il ministro Musumeci in conferenza stampa comunicava l’impossibilità dell’utilizzo di questo strumento. Oltre alla evidente mancanza di coordinamento interno, si umilia il Parlamento e il lavoro che era stato fatto a supporto degli amministratori locali.

Il governo Meloni sta andando in tilt. Non c’è solo questo stallo sui Campi Flegrei, le fibrillazioni sono continue. Dal redditometro, alla leva obbligatoria, al super bonus, ai condoni, alle alleanze in Europa, c’è uno scontro continuo nella maggioranza. I ministeri sono bloccati, la regolare attività amministrativa sta passando in secondo piano per colpa di ministri e sottosegretari impegnati a farsi la guerra per racimolare qualche voto in più.

Questo uso delle istituzioni per propaganda elettorale è molto grave.

 

32° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI

La lotta alla criminalità non deve avere pause, né distrazioni

L’esempio e il ricordo di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Peppino Impastato, di Pio La Torre e di tutte le donne e gli uomini uccisi dalla mafia rappresentano il tentativo di opporsi alla criminalità organizzata, una lotta pagata con il sangue per difendere la tenuta stessa della nostra democrazia.
Tutte quelle morti hanno rappresentato un muro, per quanto fragile, allo strapotere mafioso, alla capacità della criminalità organizzata di incidere nel tessuto sociale, economico e anche politico del nostro Paese. Quelle morti e quelle stragi hanno risvegliato una società civile acquiescente, portando a una reazione collettiva che ha rappresentato l'inizio di un riscatto. Certo, avversato da tanti, parziale, ancora incompleto, ma le marce per la legalità e le iniziative che, ogni anno, ricordano Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, il 23 maggio, sono un importante esercizio per tenere a mente la lezione di Giovanni Falcone e per riflettere sul fatto che quella guerra non è ancora finita.
Come ha detto il Presidente della Repubblica, Mattarella, nel suo discorso del 2022, l'impegno contro la criminalità non consente pause, né distrazioni. E tutti noi, lungi dal ritenere date come questa solamente simboliche, dobbiamo continuare a ricordarlo. Dobbiamo continuare nella lotta alle mafie. Sarà l'unico modo per rendere onore alla loro memoria e per mantenerne vivo il ricordo.

 

PERCHÉ PRESIDENTE RAI RITRATTA VERSIONE CENSURA SU SCURATI?
Interrogazione a Sergio per sapere chi ha revocato contratto Scurati

La presidente della Rai, Marinella Soldi, ha perso un’occasione per dimostrare alla commissione di vigilanza Rai di aver svolto il proprio incarico con equilibrio e garanzia; adesso non si stupisca se in tanti si stanno domandando quali pressioni ha ricevuto in queste settimane, da chi e per quali ragioni?

Dopo aver accusato pubblicamente Rossi e Sergio per la gestione del caso Scurati la presidente mercoledì ha ritrattato completamente la sua versione, avallando la tesi della violazione della policy aziendale da parte della giornalista Bortone. Una drastica inversione a U. A un mese dalla mancata messa in onda del monologo di Scurati, ancora oggi non sappiamo chi ha materialmente revocato il contratto mascherando la censura con “motivi editoriali”. Per questo abbiamo presentato una formale interrogazione parlamentare per sapere dall’Ad chi ha firmato materialmente la revoca del contratto a Scurati.

  • Comunicato Pd
 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico
  •  

QUESTION TIME

SULLA LIGURIA GOVERNO NEL CAOS

Vogliamo che le opere vadano avanti e che la Liguria non resti ferma nel brutto pasticcio in cui la maggioranza si è infilata. Ma è chiaro che la destra non ha le idee chiare. Il ministro Salvini dice di aver avviato la procedura per la nomina dell'autorità portuale, il suo vice lo smentisce perché la Regione non può dare il suo ok di concerto. Nemmeno si parlano. Non è possibile sostenere che bisogna andare avanti con le opere e nel frattempo affermare che Toti non deve rassegnare le dimissioni. Con la retorica del fare presto, il governo ha bloccato la Liguria.

Abbiamo chiesto al ministro Salvini quale sia il perimetro di intervento della commissione ispettiva ministeriale – con particolare riferimento all'inclusione o meno delle procedure per la diga di Genova – e se il ministro ritenga che il vice presidente della Regione Liguria, Piana, possa sottoscrivere l'intesa per la nomina, già attesa da quasi nove mesi, del nuovo presidente dell'Autorità di sistema portuale. Ma le risposte sono confuse e insoddisfacenti, il governo è paralizzato.

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Responsabilità collegio sindacale
Da martedì votazioni della proposta di legge in merito alla modifica dell'articolo 2407 del codice civile, in materia di responsabilità dei componenti del collegio sindacale.

Conflitto d'interessi
Da martedì esame con votazioni del provvedimento in merito alla delega al governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo statali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano e per i presidenti e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione.

Autonomia differenziata
Da martedì anche l'esame e votazioni del provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica in materia di autonomia differenziata.

Mozione
All'esame dell'Aula anche la mozione in ordine alla posizione del Governo italiano sulla riforma della governance economica europea e del Patto di stabilità e crescita.

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