n. 72 - 31 maggio 2024

CONFLITTO DI INTERESSI: UNA DELEGA PER NON FARE NIENTE

La maggioranza si appropria della proposta dell’opposizione per stravolgerla

Il provvedimento approvato dalla Camera reca una delega al governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo, statali e regionali, e per i componenti delle autorità amministrative indipendenti.

Il testo arrivato in Aula, dopo le modifiche del centrodestra in Commissione Affari Costituzionali, è in realtà profondamente diverso da quello presentato in quota opposizione, che oltre a rivedere le norme vigenti che disciplinano il conflitto di interessi sanciva il “divieto di percezione di erogazioni provenienti da Stati esteri da parte dei titolari di cariche pubbliche”.

È stata votata l’ennesima delega che affossa le proposte presentate dall’opposizione e che di fatto mette su un binario morto la stessa legge sul conflitto di interessi. La maggioranza di centrodestra umilia, ancora una volta, il Parlamento, nello stesso modo in cui lo ha fatto con la proposta di legge del salario minimo, e con la legge del “voto dove vivo”, vanificando mesi di audizioni in Commissione, incontri, contributi, emendamenti, respingendo, di fatto, la richiesta di affrontare il tema del conflitto di interessi, rimandando, ancora una volta, a un provvedimento del governo, che probabilmente non arriverà mai.

Siamo al paradosso di una legge sul conflitto di interessi che deve mettere i paletti ai titolari delle cariche di governo e che viene fatta fare al governo invece che al Parlamento.

TEMI DELLA SETTIMANA

IL DDL AUTONOMIA DISTRUGGE L’UNITÀ DELLA NAZIONE

Respinte le nostre pregiudiziali di costituzionalità

In tutto il mondo occidentale non esiste un solo partito di governo che metta in discussione la natura dello Stato nazionale. Ridotta all'osso, la nostra opposizione a questo progetto nasce qui: il che non significa rinunciare al principio dell'autonomismo, quello rimane un valore impresso nella Costituzione.

La nostra bocciatura del disegno di legge proposto dal centrodestra trova le sue motivazioni nello sbrego costituzionale che esso alimenta e, soprattutto, nelle conseguenze storiche e politiche che l'approvazione di questa legge porterebbe con sé. Sugli strappi costituzionali abbiamo ascoltato l'opera demolitoria dell'impianto da parte di studiosi, economisti, amministratori e associazioni delle più diverse categorie.

Con questa legge si rischia di passare da una tradizione di un regionalismo solidale e cooperativo a una visione ciecamente competitiva; peraltro, aprendo la via ad una compartecipazione delle singole regioni a tributi erariali senza alcun criterio sull'ammontare di queste quote. Ipotesi per lo meno rischiose e del tutto irragionevoli, in un Paese segnato dalle nostre disuguaglianze. Scuola, energia, infrastrutture, trasporti: tutto converge verso la volontà di attentare e distruggere il concetto stesso di “unità della Nazione”.

 

LIMITI ALLA RESPONSABILITÀ DEI SINDACI REVISORI

La Camera approva all’unanimità

La proposta di legge che modifica l’articolo 2407 del codice civile, in materia di responsabilità dei componenti del collegio sindacale, ha ottenuto il via libera della Camera. Il provvedimento intende superare da un lato l'equiparazione che oggi esiste tra gli amministratori delle società e i sindaci revisori e, dall'altro, introdurre limiti massimi alla responsabilità colposa, esclusa quindi quella dolosa, dei sindaci revisori.

Si compone di un unico articolo, volto a sostituire l'articolo 2407 del codice civile. Le modifiche consistono nella sostituzione del secondo comma e nell'aggiunta di un comma finale. Viene stabilito che i sindaci che violano, non per dolo ma per colpa, i propri doveri sono responsabili per i danni cagionati alla società e in ragione di un limite massimo: per i compensi fino a 10.000 euro, quindici volte il compenso; per i compensi tra 10.000 e 50.000 euro, dodici volte il compenso; per i compensi maggiori di 50.000 euro, dieci volte il compenso. Vengono, dunque, introdotte alcune limitazioni quantitative ma non viene cancellata la responsabilità.

Inoltre viene modificata la prescrizione, è previsto infatti che l'azione di responsabilità verso i sindaci si prescrive nel termine di cinque anni dal deposito della relazione relativa all'esercizio in cui si è verificato il danno.

 

IL GOVERNO DANNEGGIA L’ITALIA

Serve un’Europa più forte, più verde, più democratica

Il tema della governance europea tocca da vicino la vita dei cittadini, perché si decide come utilizzare le risorse per servizi pubblici, ospedali, scuole, asili, infrastrutture fisiche o digitali. Da quando questa destra è al governo i risultati sono disastrosi.  Del resto quale credibilità può avere in Europa chi continua ad inveire insieme agli estremisti di Vox, con Le Pen e con Orban? Quale credibilità con un vice premier che come slogan delle elezioni europee chiede meno Europa?

Abbiamo bisogno di più Europa, non meno Europa, di rafforzare l'integrazione nelle politiche economiche e fiscali, non di risposte antistoriche con chiusure nazionali per problemi globali. Abbiamo bisogno di un'Europa più autorevole a livello internazionale, in grado di esercitare un ruolo sempre maggiore in politica estera, anche e soprattutto come attore diplomatico di pace. Il tutto con un impegno comune: superare la regola anacronistica dell’unanimità in Consiglio.

Un’Europa più integrata, più unita, più competitiva. Più verde, più sicura, più giusta. Più democratica. Un'Europa baluardo di coesione e solidarietà.

 

VERITÀ E GIUSTIZIA CONTRO OGNI RIGURGITO NEOFASCISTA

50° anniversario della strage di Brescia

Sono passati 50 anni da quella tragica mattina del 28 maggio 1974 quando Piazza della Loggia a Brescia era gremita di persone riunite in una manifestazione organizzata dai sindacati per esprimere la ferma condanna contro gli attentati neofascisti di quegli anni. Dal palco stava parlando Franco Castrezzati della Cisl quando alle 10.12 esplodeva una bomba nascosta in un cestino sotto i portici uccidendo 8 persone e ferendone 102. 

Da quel giorno Brescia non ha smesso di chiedere verità e giustizia. L'infinito iter giudiziario è stato caratterizzato da condanne e assoluzioni, da omertà e collusione da parte di rami deviati dello Stato con un'unica e fondamentale certezza: la matrice neofascista.

Anche in questi giorni Brescia è in piazza e con il Presidente Mattarella chiede piena verità e giustizia, per dire lo stesso no di quel giorno a ogni rigurgito fascista e per ribadire il valore dei principi di libertà e di democrazia che quegli attentati volevano minare. Questo è anche il nostro compito contro ogni forza di sovversione ed eversione. Lo dobbiamo all'Italia intera e fa molto male registrare la completa assenza del governo in Aula.

 

100 ANNI FA MATTEOTTI ASSASSINATO DAGLI SQUADRISTI FASCISTI

Un seggio perenne alla Camera in memoria del suo sacrificio

Cento anni fa il discorso in Parlamento di Matteotti di denuncia delle violenze e dei brogli fascisti. Per la fermezza della sua opposizione fu assassinato dagli squadristi di Mussolini. Da oggi un seggio in Aula a perenne memoria del suo sacrificio e del suo esempio.

Fu la violenza fascista ad ucciderlo pochi giorni dopo il suo discorso, il 10 giugno 1924. Mussolini in persona ne rivendicò l'omicidio, manifestando, una volta per tutte, la natura del suo regime dittatoriale in cui nessuna opposizione, nessuna critica, nessuna libertà sarebbero state più possibile.

Matteotti rimane un simbolo della lotta contro il fascismo la cui memoria va preservata e tramandata ai più giovani perché non diano mai per scontate le libertà e i diritti su cui si fonda la Repubblica, conquistati dalla lotta antifascista.

 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

QUESTION TIME

GOVERNO TAGLI RISORSE AI COMUNI

Piantedosi non dà risposte

Ancora una volta il ministro Piantedosi non dà risposte sul tema delle risorse tagliate agli enti locali che più stanno investendo con il Pnrr. Quei tagli purtroppo sono scritti nella legge di Bilancio e sono l'unico modo che il governo conosce per coprire gli affanni di una manovra ingiusta sempre alla ricerca del consenso.

Tagliano a chi ha più bisogno per finanziare flat-tax e regali a chi fa extra profitti. Nessuna lotta all'evasione fiscale, 19 condoni in 19 mesi e ora arriva la scure sui comuni.

La spesa sociale non verrà toccata? È falso perché le spese che il governo dice di escludere sono riferite solo al criterio di computo e invece l'esecutivo penalizza i comuni che stanno facendo investimenti in servizi sociali. Un'operazione vigliacca che scarica sui sindaci la responsabilità dei tagli.

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Assistenza sanitaria ai senza fissa dimora
Da lunedì 10, discussione sulle linee generali della proposta di legge riguardante le disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza fissa dimora.

Autonomia Differenziata
Da martedì 11, esame e votazioni del disegno di legge in merito alle disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Mozione
Da lunedì 10, all'esame dell'Aula anche la mozione in merito al Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec).

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