n. 95 - 6 dicembre 2024

DL FISCALE: NESSUNA RISPOSTA AI PROBLEMI DEGLI ITALIANI

Vuoto di contenuti, con misure pasticciate

Il decreto Fiscale approvato dal Parlamento è l’ennesimo decreto-legge privo di elementi di urgenza, l’ennesimo decreto “omnibus”, nonostante i ripetuti richiami del Capo dello Stato.

Durante l’esame del provvedimento sono emerse in modo clamoroso le divisioni profonde e strutturali all’interno di una maggioranza che è tenuta insieme dal solo collante del potere. Ed è proprio lo scontro per il potere, in nome di interessi particolari e contrapposti, che ha portato alla spaccatura della compagine di governo, con la maggioranza che è andata sotto su due emendamenti: prima sul taglio del canone Rai, sostenuto dalla Lega e bocciato da Forza Italia che ha votato insieme alle opposizioni, poi sulla sanità in Calabria, con la Lega che per ripicca si è astenuta, impedendo l’approvazione della proposta di modifica di Forza Italia.

Nel merito il decreto fiscale è un clamoroso flop, che non risponde a nessuna vera esigenza o necessità degli italiani: non migliora la sanità, non fa crescere il Paese, non sostiene più deboli, non contrasta la povertà, anzi peggiorerà i conti del Paese.

Un decreto vuoto di contenuti, che si caratterizza per misure pasticciate e ingiuste, che consumano soldi pubblici, che dovrebbero essere spesi meglio, in una situazione difficile per il Paese.

TEMI DELLA SETTIMANA

LA LEGGE SULLA CONCORRENZA È DEBOLE E SENZA VISIONE

Bocciate le nostre proposte

Il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza avrebbe l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli, di carattere normativo o amministrativo, all’apertura dei mercati, di promuovere lo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei consumatori.

Purtroppo quello presentato dalla maggioranza è un disegno di legge debole riguardo la rimozione degli ostacoli. Invano abbiamo cercato di modificare e migliorare il testo, in particolare proponendo emendamenti volti alla tutela dei consumatori, per bloccare il telemarketing selvaggio e costringere aziende e call center a evidenziare, direttamente nei display del telefono, che l’utente sta per ricevere una chiamata di natura commerciale. Queste proposte non sono state ammesse con motivazioni incomprensibili.

Solo per citarne alcuni, la maggioranza, inoltre, ha respinto i nostri emendamenti volti a: prevedere una motivazione qualificata e rafforzata in caso di affidamento in house, in funzione pro concorrenziale; introdurre nei bandi l'obbligo di inserire le clausole sociali come requisiti per la valutazione dell'offerta; assicurare che, tra i criteri di aggiudicazione, siano premiati i progetti che prevedono la realizzazione di impianti lungo autostrade per la produzione e vendita di energia rinnovabile i cui proventi possano essere utilizzati per abbattere le tariffe per i pendolari a basso reddito e per l'adeguamento tecnologico e digitale della rete autostradale.

 

MANOVRA PUNITIVA CONTRO GLI ITALIANI ALL’ESTERO

Scippo del governo sulle pensioni

Il governo Meloni ha tradito tutte le promesse fatte agli italiani all'estero. Per il Partito democratico è una battaglia fondamentale che faremo nella legge di Bilancio sostenendo gli emendamenti che abbiamo presentato e segnalato a partire da quello sulla rivalutazione dell'indicizzazione delle pensioni. Siamo l'unico gruppo parlamentare a pensare agli italiani all'estero, oltre 6 milioni di concittadini, la cosiddetta 21esima regione italiana. Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, in apertura della conferenza stampa del Pd sulla presentazione del pacchetto di emendamenti alla legge di Bilancio sugli italiani residenti all'estero.

 Gli emendamenti riguardano principalmente la richiesta di soppressione del blocco rivalutazione dell'indicizzazione per i pensionati che vivono all'estero. Stiamo parlando di 8 milioni di euro, uno scippo vero e proprio, che si spalmerà fino al 2034. Un italiano all'estero che prende mille euro al mese, dal 2026 perderà ogni mese 50 euro, oltre all'eccedenza dell'anno. È un atto gravissimo.

 

CRISI DEL MADE IN ITALY E IL GOVERNO NON FA NULLA

Assenza di un piano strategico

La crisi del Made in Italy è dovuta a una totale assenza di strategia, una mancanza totale di politica industriale del governo. Del Made in Italy è rimasto solo il titolo della legge che qualche mese fa è stata approvata, ma non c’è nulla, anzi registriamo una crisi in settori cruciali, rappresentativi dell'immaginario collettivo del Made in Italy, pensiamo alla moda, al design, al cinema, all'audiovisivo e all’automotive, che rappresentano davvero nel mondo la carta d'identità del nostro Paese.

Ciò accade a causa della mancanza di un piano di azioni realmente strategico da parte del governo, e a causa di decisioni sbagliate come quella relativa al Tax Credit, che lascia gli studi cinematografici drammaticamente vuoti.

Nello specifico, per quanto riguarda la moda, il governo deve intervenire per sostenere il settore, le imprese ed i lavoratori coinvolti. Bene almeno il voto unanime di tutta l’Aula di Montecitorio a un ordine del giorno del Pd, a prima firma Bonafé, con cui il Parlamento ha dato mandato all’esecutivo di stanziare risorse e varare norme per scongiurare una crisi altrimenti irreversibile.

 

DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA CALDEROLI VENGA IN AULA

Demolito l’impianto dell'Autonomia differenziata

Abbiamo chiesto un'informativa urgente al ministro Calderoli per sapere come intenda proseguire sull'Autonomia differenziata dopo che la Corte Costituzionale ha praticamente demolito l'impianto della sua ormai ex riforma.

La sentenza dice che non si può più fare nulla. In qualsiasi paese al mondo probabilmente a quest'ora, dopo un fallimento del genere, il ministro competente si sarebbe già dimesso. Nei giorni in cui la presidente Meloni ha privato il nostro Paese del ministero per il Mezzogiorno, è venuto meno il Patto di sindacato su cui si regge questo governo: l'autonomia salta e il prossimo sarà il premierato e con lui la concezione del potere di questa maggioranza mai utilizzato per cambiare l'Italia, ma solo per attaccare gli altri.

Un passaggio della sentenza mette la parola fine a questa legge: ‘il popolo e la nazione sono unità non frammentabili. Esiste una sola nazione, così come esiste un solo popolo italiano. Sul piano istituzionale questa rappresentanza e la cura delle esigenze unitarie, sono affidate esclusivamente al Parlamento e in nessun caso possono essere riferiti ai consigli regionali'.

 

DDL SU MAGISTRATURA ONORARIA: INCOMPLETO E CON POCHE RISORSE

Un’occasione sprecata

Il disegno di legge sulla magistratura onoraria ha ottenuto il via libera della Camera, con 145 voti favorevoli, 86 astenuti e nessun voto contrario. Il Pd ha deciso di astenersi.

Nel corso degli anni il ruolo dei magistrati onorari è molto cresciuto, acquisendo competenze rilevanti sia in ambito civilistico che in quello penalistico. Oggi i magistrati onorari sono chiamati a occuparsi di quasi la metà delle cause civili e dell'intero insieme dei reati di minore rilievo, svolgendo una funzione essenziale per rispondere alla domanda di giustizia degli italiani. Il provvedimento approvato dalla Camera, tra le altre cose, disciplina il regime delle incompatibilità; introduce regole sull'organizzazione dell'ufficio da parte del tribunale nell'utilizzo e nell'assegnazione dei magistrati onorari; disciplina il rapporto di lavoro, prevedendo l'incompatibilità degli esclusivisti con altre attività lavorative; disciplina le competenze, le supplenze, i trasferimenti; regola le sanzioni disciplinari.

Il legislatore, nel corso degli anni, è intervenuto più volte per disciplinare questa figura. Con questo disegno di legge sono stati fatti alcuni ulteriori passi in avanti, ma purtroppo non tutti quelli che sarebbero stati necessari. È una legge utile sotto certi profili, ma incompleta sotto altri ed è per questa ragione che il Pd si è astenuto, perché riteniamo che si potesse fare di più, molto di più, sia per chiudere con incontestabile certezza le procedure d'infrazione promosse dall'Unione europea – che invece restano per taluni aspetti pendenti – sia soprattutto per costruire una disciplina completa e idonea a regolare la professione, i diritti e le attività dei magistrati onorari.

 

IL DECRETO FLUSSI PURTROPPO È LEGGE

Misura disumana che per di più aumenta l’insicurezza

Purtroppo il decreto Flussi è diventato legge, ed è un provvedimento disumano. Il livello di crudeltà si misura da quanto renda più difficili i salvataggi in mare dei bambini, mentre i figli potranno ricongiungersi al genitore lontano non prima di due anni perché qualche parlamentare della Lega ha voluto mettere la bandierina ideologica sulla solita criminalizzazione degli stranieri.

La direzione da seguire è esattamente quella opposta, a partire dall'abrogazione della legge Bossi-Fini, per costruire un sistema di sponsor che dia garanzie per l'incrocio di domanda-offerta con permessi per ricerca di lavoro, perché è l’unica vera strada per garantire più sicurezza per tutti e per andare incontro alle esigenze del sistema produttivo del nostro Paese. Ma purtroppo la destra, invece di governare, ha scelto di fare propaganda sulla pelle dei migranti.

 


25° ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI NILDE IOTTI

In Aula è intervenuta la capogruppo Chiara Braga per ricordare la scomparsa, 25 anni fa, di Nilde Iotti, protagonista per più di quarant'anni dell'attività parlamentare, e per quasi 13 anni Presidente della Camera dei deputati. Nilde Iotti fu componente dell'Assemblea costituente e nella Commissione che lavorò alla stesura fece parte di quel Comitato per i diritti civili che gettò le basi per una Carta attenta alle donne, ai loro bisogni e alle loro rivendicazioni. Il Parlamento fu per Nilde Iotti il luogo del compimento dell'esperienza politica maturata nella Resistenza, in Emilia, dove era nata e cresciuta; poi, all'università, a Milano, il lavoro all'UDI, l'Unione donne italiane, e, infine, l'approdo nelle file del Partito Comunista. Nilde Iotti non smise mai di ricordare il contributo delle donne nella lotta antifascista e, in Parlamento, favorì sempre le leggi che ne promuovessero l'autodeterminazione, la libertà, la conciliazione di lavoro, cura e famiglia, sempre dalla parte delle donne, di tutte le donne, dei loro bisogni e del loro pieno riconoscimento nella società.

 

È MORTA IOLE MANCINI, STAFFETTA PARTIGIANA

Il due dicembre se n’è andata Iole Mancini, classe 1920, partigiana torturata in Via Tasso. Una vita a raccontare e a lottare per la democrazia e la libertà. Soprattutto delle donne. Ci mancheranno le sue parole e il suo coraggio.

Le voci delle partigiane e dei partigiani non saranno silenziate: che nessuno provi, approfittando della loro naturale scomparsa, a riscrivere la storia della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza antifascista grazie al sacrificio di tante donne e uomini disposti anche a morire per liberare l'Italia dall'orrore nazifascista.

 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

 

QUESTION TIME

IL COMPARTO DELL’AUTO È IN DIFFICOLTÀ MA IL GOVERNO TAGLIA LE RISORSE

Le dimissioni di Tavares da amministratore delegato di Stellantis, motivate da profonde divergenze strategiche, sono solo l'ultimo tassello di un mosaico che vede la situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventare sempre più critica. Mentre Usa e Cina difendono questo comparto con fortissimi investimenti, in Europa non sono ancora stati definiti gli strumenti di sostegno e accompagnamento dell'intero sistema nella transizione.

In Italia con la manovra economica, il governo taglia dell’80% le risorse destinate al settore dal governo precedente. Abbiamo chiesto al governo cosa intenda fare per garantire la salvaguardia di un comparto così strategico per gli interessi nazionali, ma al momento le risposte sono velleitarie e confuse.

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Ordinamento giurisdizionale
Da lunedì esame delle linee generali del disegno di legge costituzionale in merito alle norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare.

Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria
Lunedì 9 inizio della discussione sulle linee generali della proposta di legge riguardante  l’istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria.

Dl ambiente
Da martedì esame e votazioni sulle disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese.

Dl lavoro, università e Pnrr
Da mercoledì esame e votazioni sul provvedimento recante disposizioni urgenti in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Parlamento in seduta comune
Martedì 10 dicembre, alle ore 11, è convocato il Parlamento in seduta comune per l’elezione di un giudice della Corte costituzionale.

Mozioni
Da lunedì esame, anche, di alcune mozioni, una concernente iniziative in materia di legalizzazione della cannabis per finalità di carattere terapeutico e ricreativo, l’altra in merito al conflitto in corso a Gaza e agli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria nei confronti della Corte penale internazionale, la terza riguardante le iniziative per il rilancio della competitività europea, in relazione al “Rapporto Draghi” ed infine la mozione in materia di politiche industriali.

 

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