Istituzioni
MISSIONE STORICA E OCCASIONE DI CAMBIAMENTO
UNA STAGIONE DEI DOVERI
Abbiamo votato convintamente la fiducia al governo Draghi perché ci appare adeguato a fronteggiare le gravi emergenze sociali, sanitarie ed economiche che il nostro Paese ha davanti.
Possiamo dire che si apre una stagione dei doveri; dei doveri verso noi stessi e verso il nostro Paese, dei doveri e degli obblighi che abbiamo come uomini verso gli altri uomini, doveri ed obblighi prima dei diritti. Come forze politiche, abbiamo risposto all'appello del Presidente della Repubblica perché abbiamo presente di avere soprattutto il dovere di servire il nostro Paese, di amare la nostra patria, di ricercare il bene comune prima di ogni altra cosa.
Però, continueremo anche a esercitare il diritto della politica; il diritto della politica a uno sforzo di progettualità e di pensiero; il diritto della politica a seminare nuove idee per il futuro. E, in questa fase costituente, in questo tempo di ricostruzione, credo vi sia l’occasione per i partiti, per la politica, di ridefinirsi, di trasformarsi, di cambiare e di essere all'altezza di quello che dovremmo essere, e non solo di quello che siamo. È quindi una fase costituente.
Siamo fiduciosi che il nuovo governo sarà all'altezza della prima sfida che si pone per l'Italia: vincere la pandemia, questo invisibile nemico che ci ha portato via così tanti affetti, che ha causato dolore e sofferenza in ogni famiglia, che ha accresciuto le disuguaglianze.
Dentro il dramma sanitario della pandemia, c'è un inverno anche silenzioso: quello dell'anima, dei problemi psicologici, della solitudine, della depressione, dell'autolesionismo, dei disturbi del comportamento che hanno colpito le nostre famiglie. Il loro costo è incalcolabile, questa disperazione sta gridando senza voce da mesi. E anche la solitudine è un fatto politico.
Per questo, plaudiamo alla scelta di investire sulla sanità territoriale, alla scelta che il Ministro Speranza ha già fatto con grande decisione di investire sulle case di comunità, che possono diventare la risposta, il luogo della prossimità, del benessere dei nostri quartieri, della riscoperta della salute, non solo come prestazione sanitaria ma della salute come benessere sociale, come benessere psichico.
Il piano pandemico sarà la prima e la più importante prova di questo Governo e noi collaboreremo pienamente alla sua realizzazione. Se vi sarà bisogno di produrre più vaccini anche in Italia, si faccia; se vi sarà bisogno di togliere e di acquistare i brevetti, si faccia; si dia subito la disponibilità piena delle dosi vaccinali per la nostra popolazione, per proteggere subito la nostra popolazione.
Insieme alla pandemia, però, vi è la sfida legata all'uso del Recovery, all'uso strategico delle risorse del Next Generation EU.
Il Next Generation è il frutto di un'Europa che ha saputo finalmente superare egoismi nazionalistici per aprirsi a un orizzonte solidale. È il frutto di un'Europa che ha creduto di nuovo nel valore della cooperazione, nel valore della comunità, che crede nella scelta irreversibile della moneta ma che riconosce la centralità di strumenti comunitari per difendere i suoi cittadini dalla disoccupazione, con il fondo SURE, dalla recessione, con la grande quantità di titoli di Stato che sono stati acquistati, e dalle disuguaglianze, con i grandi investimenti che sono previsti.
Nella lotta ai cambiamenti climatici dovremo essere protagonisti, senza dimenticare che per la sua storia questo Paese mette i diritti umani al centro della sua azione. Pensiamo alle donne della Bielorussia, a Zaki, a coloro che subiscono violazioni dei loro diritti umani. L'Italia sia faro nel mondo in questa sfida.
Non vi sarà transizione ecologica se non ci sarà sviluppo sostenibile e se non verrà affrontato insieme a questo il grande tema della questione sociale.
Abbiamo bisogno, in questa fase, di non dimenticare che il COVID genera nuove disuguaglianze; ha generato disuguaglianze nell'occupazione femminile, nei posti di lavoro che abbiamo perso. Per questo, se dobbiamo rivedere la bozza del Next Generation, continuiamo a rafforzare il sostegno all'occupazione femminile, il sostegno agli strumenti per la libertà di scelta delle donne, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Solo quando questo Paese avrà assunto e valorizzato a pieno il valore del contributo delle donne potremo dirci davvero un Paese pienamente europeo.