Dl Enti: Ghio, maggioranza imbarazzante respinge odg su asili nido
“La ricetta del governo Meloni per sconfiggere la denatalità in Italia sembra essere abbastanza singolare, ma tant’è: meno asili e scuole materne per tutti.
“La ricetta del governo Meloni per sconfiggere la denatalità in Italia sembra essere abbastanza singolare, ma tant’è: meno asili e scuole materne per tutti.
Oggi il Governo Meloni ha dato parere contrario all’utilizzo di 4,6 miliardi del NextgenerationEU per la costruzione di nuovi asili nido.
Quando diciamo che non basta essere donna per rappresentare gli interessi delle altre donne intendiamo questo: la prima Presidente del Consiglio diventa una svolta storica se si occupa del benessere delle donne.
Una femminista non lo avrebbe mai fatto.
“1857 nuovi asili e 333 scuole materne. Per un totale di 264.480 nuovi posti. Questo significa il Pnrr per l'Italia. Ed è gravissimo che oggi la maggioranza abbia votato contro l’impegno di utilizzare i 4,6 miliardi previsti dal Next Generation UE per costruire queste infrastrutture fondamentali per le famiglie e per il Paese”.
“Sette mesi e 15 giorni sono passati dall’insediamento del governo Meloni senza che nessuna riforma organica attesa dal Paese o promessa in campagna elettorale sia stata messa in cantiere. Sono stati approvati invece 25 decreti-legge e votate 17 questioni di fiducia. Siamo partiti dal considerare un’emergenza i Rave party e siamo arrivati alla pretesa di affrontare i temi del lavoro e della Pa con decreti-omnibus, abominio giuridico e politico. La nostra critica non è dovuta all’assenza dei requisiti di necessità ed urgenza.
“Come evidenziato dall’analisi dell’Ires CGIL sui dati ISTAT, nelle Marche i posti disponibili in asili nido, micro-nidi o sezioni primavera sono davvero troppo pochi e tra i più costosi in Italia. Solo il 28,4% dei bambini marchigiani è incluso nel circuito dei nidi e le famiglie partecipano alla spesa complessiva con il 20,8% della compartecipazione. Ed è molto grave, in questo quadro di estrema fragilità dei servizi per l’infanzia, che la spesa media per utente continui a diminuire con un conseguente aumento di quella delle famiglie”.
Ancora 1,2 miliardi, su un totale di 2,4 miliardi, da utilizzare. I Comuni italiani non li hanno utilizzati e così il Governo ha riaperto il bando per la realizzazione di nuovi asili nido o per le ristrutturazioni con scadenza il 31 marzo.
“E’ con particolare soddisfazione, che accogliamo la notizia dell'assegnazione di oltre 700 mln si euro per finanziare 453 progetti di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione, riconversione, costruzione di edifici per asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia.
“Uno dei primi impegni del nostro intergruppo è stato quello di evidenziare la necessità di salvaguardare la didattica in presenza per le scuole primarie e la garanzia delle attività educative e dell’apertura di asili nido e scuole dell’infanzia. Riteniamo dunque elemento positivo che tale previsione sia stata accolta all’interno del nuovo DPCM firmato questa mattina: apprezziamo molto questa inversione di tendenza rispetto all’approccio passato, e siamo orgogliosi di constatare finalmente una maggiore attenzione nei confronti dell’infanzia”.
“Il Partito democratico è favorevole alla riapertura in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia. Per noi sono importanti i diritti bambini, l’aiuto alle donne che lavorano e il sostegno alle diecimila imprese, con 100mila dipendenti, che in Italia si occupano di questo importantissimo e delicato settore in Italia. Ecco perché oggi partecipiamo con convinzione alla giornata di sensibilizzazione promossa in molte piazze italiane dal comitato EduChiAmo e da altre associazioni.
“Il primo intervento annunciato dal governo sugli asili nido è un provvedimento che riguarda da vicino gli enti locali, così come l’impegno ad affrontare la questione dello status di Roma capitale e dei suoi extra costi. Per questo credo che la prossima legge di Bilancio debba essere orientata a modificare il patto di stabilità in misure che sbloccano la spesa dei comuni per dare risposte ai cittadini e mettere risorse nel circuito reale dell’economia.