Cinema: Pd, da Borgonzoni nuovo caos e incertezze per coprire tagli in manovra
“L’ufficio stampa del Ministero della Cultura continua a diffondere notizie nascondendosi dietro fantomatiche “fonti MIC”. Un comportamento inqualificabile per chi dovrebbe gestire la comunicazione di un’istituzione pubblica. Ancora più grave è che la comunicazione in questione contenga un attacco e una minaccia nei confronti dei giornalisti di Repubblica. Chiediamo che l’ufficio stampa del Ministero assuma le proprie responsabilità e parli chiaro, senza nascondersi.
“Giuli può incontrare chiunque desideri nel mondo del cinema, e questo è certamente un fatto positivo. Certo spiace non vi fossero i rappresentanti delle maestranze, che più di ogni altro hanno pagato la confusione e la crisi di questi mesi.
Tuttavia, se alle parole e agli incontri non seguono atti concreti, tutto rischia di ridursi a una presa in giro.
“Tagli presentati come riforme, menzogne travestite da efficienza, e infine la paralisi dei fondi destinati al cinema e all’audiovisivo. Così si riassume l’azione del ministro Giuli, segnata da superficialità gestionale e da un evidente smarrimento politico. Dietro la retorica del cambiamento, solo improvvisazione, disordine e una gestione personalistica e umorale.
“Al ministro Giuli diciamo una cosa sola: basta. Basta scherzare, basta prendere in giro il mondo del cinema, basta improvvisare, basta col gioco delle tre carte.
“L’Ufficio stampa del Ministero della Cultura eviti di diffondere notizie false: non rientra tra i suoi compiti istituzionali fare propaganda. Soprattutto, legga con attenzione la legge di bilancio proposta dal ministro Giuli, approvata in Consiglio dei ministri e oggi in discussione al Senato. All’articolo 110, che modifica la legge Cinema e Audiovisivo del 2016 (legge n. 220), sono infatti previsti tagli consistenti al Fondo Cinema — le associazioni di categoria parlano ancora oggi di circa mezzo miliardo di euro.
Borgonzoni annuncia riduzione dal 40% al 30%. ‘Una follia’
“I tagli al Fondo per il cinema e l’audiovisivo previsti nella manovra, 150 milioni in meno nel 2026 e 200 nel 2027, rappresentano un disastro industriale. Il settore non può reggere un colpo di questa portata, dopo due anni di difficoltà dovuti al pasticcio sul tax credit. Migliaia di imprese e lavoratori rischiano di non farcela, e con loro un pezzo importante della produzione culturale del Paese”. Così il deputato dem Matteo Orfini, componente della commissione Cultura.
“Il testo bollinato della Manovra conferma i tagli al settore del cinema e dell’audiovisivo. Il piccolo ritocco annunciato non cambia la sostanza: mezzo miliardo di taglio al fondo cinema e ai finanziamenti all’industria audiovisiva italiana. La sforbiciata resta pesante e insostenibile per un comparto già duramente colpito dalle ultime leggi di bilancio” così una nota del del deputato democratico, componente della commissione Cultura della Camera, Matteo Orfini.
“Ancora una volta, la cultura viene trattata dal Governo come un costo da tagliare, non come un investimento per il futuro del Paese. Il taglio di oltre mezzo miliardo di euro al Fondo Cinema è un colpo durissimo per un settore già provato da incertezze, decisioni improvvisate e assenza di visione strategica. Le associazioni di categoria, con una rinnovata e non scontata unità, denunciano le gravissime ricadute occupazionali e produttive di questa scelta e chiedono lo stop a uno smantellamento che colpisce una delle eccellenze italiane riconosciute nel mondo”