Giustizia: Pd, vergognoso disimpegno governo su Fondo vittime usura e mafia
“Nel ddl sicurezza norma per farlo pagare con prelievo dal lavoro dei detenuti”
“Nel ddl sicurezza norma per farlo pagare con prelievo dal lavoro dei detenuti”
"Attacco alla nostra civiltà giuridica"
“Eliminare l’obbligatorietà del rinvio della pena per le donne incinte e con figli piccoli, fino a un anno, sarebbe un atto che colpisce in modo grave i diritti dei bambini. Una conferma, purtroppo, dell’assurdità con la quale la destra affronta un tema così delicato per la vita dei minori a cui ci opporremo con tutte le forze, anche in considerazione del fatto che oggi le donne incinte che delinquono vengono inserite in case protette e non vanno libere in giro. Allora perché questo accanimento?”.
"Apprendiamo che il Governo starebbe valutando di eliminare l'obbligatorietà del rinvio dell'esecuzione della pena per le donne incinte o con figli fino ad un anno di età. Sarebbe gravissimo, è inaccettabile. Un altro colpo inferto ai diritti dei minori dopo l'irrigidimento delle pene previsto dal decreto Caivano".
Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di biase, componente della commissione Giustizia e capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
“Il governo disinveste nella giustizia. Al di là dei tanti annunci roboanti che peraltro evocano temi divisivi e promuovono posizioni contraddittorie e confusionarie, questo governo si sta caratterizzando per il disimpegno economico in materia di giustizia. I fondi del PNRR non sono presidiati e con la spericolata manovra sulla prescrizione rischiano di essere perduti. Con il bilancio 2023 sono stati fatti tagli al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e anche con la manovra 2024 si continua sulla strada del depotenziamento degli investimenti.
“Oggi il ministero della Giustizia, come avevamo già segnalato con una conferenza stampa, ci informa che in Italia si sta riducendo la durata dei processi e, allo stesso tempo, si sta accelerando l'abbattimento dell'arretrato, in linea con gli obiettivi del Pnrr concordati con l’Europa. Bene, molto bene.
“Il reato di tortura va sempre perseguito. È quanto afferma la Corte Costituzionale che definisce come ‘non accettabile la paralisi sine die del processo per i delitti di tortura commessi da agenti pubblici, quale deriverebbe dall’impossibilità di notificare personalmente all’imputato gli atti di avvio del processo a causa della mancata cooperazione dello Stato di appartenenza’. Nella fattispecie del caso Regeni, su cui la Corte si è pronunciata ieri, l’impossibilità della notifica non può creare ‘un’immunità de facto’.
“Il lavoro svolto dalla commissione Giustizia per un testo condiviso ci ha portato ad un risultato positivo. Certo, avremmo voluto norme più coraggiose. Come Pd, siamo però riusciti ad apportare modifiche che hanno migliorato il testo e che ci consentono di votare a favore del provvedimento. Il nostro impegno ora continua, perché auspichiamo che si possa intervenire ulteriormente soprattutto sui temi della formazione, dell’educazione e della prevenzione. Solo così riusciremo a rafforzare gli strumenti necessari per contrastare la violenza di genere in modo efficace”.
“Pieno sostegno e solidarietà a tutte le iniziative che i familiari delle vittime della Strage di Viareggio vorranno assumere per impedire che espedienti formali impediscano la prescrizione per il disastro ferroviario. Dopo oltre 14 anni e 32 vittime innocenti è impensabile che in un paese civile la difesa possa appellarsi alla sospensione del processo per incostituzionalità del reato soltanto per sfuggire alle loro appurate responsabilità: sperando quindi solo di prendere tempo per ottenere i benefici della prescrizione.
Dichiarazione di Federico Gianassi e Devis Dori, capigruppo Pd e Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Giustizia della Camera