Giustizia: Gianassi, riforma ideologica e pericolosa da parte di un governo che guarda al passato
Smantella la Costituzione, attacca la separazione dei poteri e ignora i problemi reali.
Smantella la Costituzione, attacca la separazione dei poteri e ignora i problemi reali.
Oggi la maggioranza vota la riforma della giustizia, una riforma costituzionale unica nella storia che non abbia visto accogliere un solo emendamento. Vota per indebolire la magistratura, per controllare un potere dello Stato. Come tutte le destre non sopporta contrappesi e controlli, tutto ciò che frena una deriva autoritaria viene considerato un ingombro. Oggi è stata scritta una brutta pagina ma non è finita. Ci sono ancora alcuni passaggi parlamentari e poi il referendum.
“Ho la sensazione che stiamo ritornando in una società arcaica addirittura tribale, quando gli esseri umani si affidavano al fato in quanto determinante delle azioni che si compivano. Il fato determinava l'ira divina, la persona da sacrificare o la persona da eleggere. Il governo con questo provvedimento che vuole modificare la Costituzione, ci sta dicendo che non sarà la responsabilità della guida dei processi ad indicare ad una risoluzione ma sarà di nuovo il fato legato al sorteggio dei giudici del CSM nell'autogoverno della magistratura.
Con la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, dopo quelle del processo civile e penale, abbiamo finalmente costruito le condizioni per una giustizia più giusta, efficace e rapida come richiedono i cittadini e nel pieno rispetto dei principi costituzionali che salvaguardano l’indipendenza della magistratura.
Insieme innovazioni e difesa principi costituzionali
“In poco più di un anno il Parlamento ha approvato le Riforme del Processo Penale e Civile e ora vede in dirittura d’arrivo questa dell’Ordinamento Giudiziario e del Csm. Tutte e tre sono il frutto di un faticoso lavoro e di sintesi difficile tra posizioni diverse, anche opposte. Non sono una rivoluzione copernicana, ma guardano al futuro del Paese. Superando il tempo in cui la Giustizia è stata usata come terreno di scontro.
"Bocciando la proposta di Forza Italia e delle destre abbiamo respinto una proposta pericolosa che avrebbe affossato la riforma. E riportato indietro le lancette dell’orologio dello scontro sulla giustizia. Ora c’è solo da approvare al più presto una legge fondamentale, civile, innovativa.
Tajani definisce asse giustizialista quello tra Pd e M5s che ha salvato la riforma Cartabia. Forse il leader di Forza Italia dovrebbe ringraziarci invece, per aver salvato la riforma dal rinvio sine die cui l'avrebbe costretta il clamoroso tentativo di autogol di Forza Italia e della Lega. Diciamo che oggi appare molto più chiaro chi è a favore della riforma della giustizia nei fatti e chi solo a parole, chi sostiene lealmente il governo Draghi e chi un po' meno.
Lo afferma Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera.
Sia affrontato a settembre nel testo Pella già in esame
L’esame del testo Pella sull’ordinamento degli enti locali è già in stato avanzato presso la Commissione Affari Costituzionali, in un clima positivo nel comitato ristretto. A nessuno sfugge che esista il problema oggettivo della riforma dell’attuale disciplina dell’abuso d’ufficio relativo ai sindaci, che può però essere fatto confluire opportunamente e più naturalmente nell’esame di quel progetto alla ripresa di settembre.
La richiesta avanzata da Forza Italia, sostenuta ambiguamente dalla Lega, di far entrare nella riforma temi che con il processo penale non c’entrano, rischia di far naufragare tutto. La riforma Cartabia rappresenta un’occasione epocale per la Giustizia, che tiene insieme la lotta alla criminalità, la ragionevole durata di un processo e quindi la tutela degli imputati, da una parte, e gli interessi delle parti lese, dall’altra.