Possibile intervenire con un decreto
“Le pesanti crisi sul prezzo del latte in Sardegna e sull’olio in Puglia, sono vere, profonde. Crisi economiche e sociali. Ma non sono problemi di ordine pubblico. Non si perché un tavolo di filiera debba essere convocato dal ministro degli Interni e non dal Mipaaf. Si voleva dare segno di una grande considerazione ai produttori? Allora perché non a Palazzo Chigi? Il sapore sa molto di una competizione tra i due partner di governo finalizzata al voto Sardo. La questione prezzo del latte ovino non nasce oggi. Negli anni sempre si è dovuti intervenire per mediare e far incontrare la filiera del settore. Lo hanno fatto le Regioni, su questione prezzi, su dramma dei danni da predazione, ed anche il governo precedente con risorse ed accordi importanti.
Il tema del reddito agricolo, di prezzi che non strozzino il settore primario riconoscendo qualità e funzione svolta deve tornare sul tavolo di Mipaaf e Sviluppo Economico. Se Coop ha fatto la sua scelta garantendo un prezzo più alto, vuol dire che si può stare sul mercato dando valore a chi produce e spiegando ai propri consumatori che non tutti i prodotti sono uguali, che dietro al prezzo c’è un investimento, dignità e presidio ambientale. L’ex art 62 non e più sufficiente? la Direttiva sulle pratiche sleali non è ancora in vigore? Bene, si aggiornino e migliorino le norme. Basta un decreto”.
Lo dichiara la deputata dem Susanna Cenni, vice presidente della commissione Agricoltura
Nardelli: Nuovo sistema costoso e caotico, rischio grande flop
“Bonisoli la racconti come vuole ma la vera novità del nuovo piano tariffario è l’abolizione delle domeniche gratuite. Una scelta incomprensibile, dettata solo dalla volontà del governo di cancellare tutto quello che è stato fatto nel passato”. Così la deputata democratica Flavia Piccoli Nardelli commenta i contenuti del nuovo decreto del Mibac sulle gratuità nei musei e nei luoghi della cultura statali.
“Dal 2014 a oggi – prosegue Nardelli - oltre 15 milioni di persone hanno partecipato alle domeniche gratuite. Un grande risultato, che ha avuto effetti positivi anche nelle successive giornate a pagamento, dovuto all’estrema semplicità del messaggio che è stato comunicato con forza e costanza su tutto il territorio nazionale, ma anche al coinvolgimento dei musei civici che hanno infatti già annunciato di voler proseguire nella vecchia promozione. Con il nuovo sistema – spiega Nardelli - sarà infatti molto complicato e costoso per i musei far conoscere le date delle gratuità specie nelle grandi città d’arte dove risiedono numerosi musei che necessariamente faranno scelte diverse tra loro. La confusione e l’incertezza rende purtroppo molto alto il rischio che una promozione che ha avuto il pregio di riavvicinare i cittadini al proprio patrimonio culturale si trasformi adesso in un grande flop. Chiediamo trasparenza – conclude la democratica - Bonisoli la smetta di nascondere i dati delle affluenze nei musei a partire da tutti i numeri del 2018 che, per la prima volta da anni, non sono ancora stati resi noti”.
“Come mai il ministro dell’Interno Salvini, dopo un episodio grave come l’aggressione subita dalla troup Rai, non ritiene in alcun modo necessario tornare a Pescara?”. Lo dichiara Stefania Pezzopane, deputata del Partito democratico, a proposito dell’aggressione subita ieri dalla troup del programma Rai Popolo Sovrano nel quartiere pescarese di Rancitelli.
“E’ singolare – continua - che il ministro dell’Interno, che in poco più di un mese è stato in Abruzzo per 14 volte, scorrazzando in lungo e in largo per tutta la regione, non avverta la necessità di recarsi di persona a Pescara per far sentire la presenza dello Stato e capire come sia necessario intervenire per garantire la legalità nel quartiere Rancitelli. Ci domandiamo che cosa avrebbe fatto, il ministro, se l’episodio di ieri avesse visto come protagonista un immigrato. Viene il sospetto che in quel caso Salvini si sarebbe precipitato. E invece non rientrando l’aggressione a Piervicenzi e ai suoi colleghi nella retorica del ‘prima gli italiani’, al ministro non interessa”.
“L’assenza di Salvini da Pescara conferma insomma che al ministro dell’Interno non interessa in alcun modo risolvere i problemi ma solo cavalcarli per poter lucrare alle urne. Salvo poi sparire una volta che le urne sono state chiuse”, conclude.
“Incertezza sui tempi e ritardi ingiustificati. Ho pertanto espresso al governo tutto il mio disappunto in merito al previsto decreto attuativo per la sperimentazione della micromobilità elettrica nelle città. “ Cosi la deputata Enza Bruno Bossio dopo la risposta “assolutamente insoddisfacente” del governo all’interrogazione del Partito democratico, attraverso il Sottosegretario alle Infrastrutture Dell'Orco, in commissione Trasporti della Camera.
“Il governo – ha proseguito la parlamentare del Pd – si è contraddistinto unicamente per la propria indeterminatezza che ci preoccupa, considerata la rilevanza che il tema riveste per la mobilità sostenibile e per i Comuni che intendono investire in questo settore.” Bruno Bossio ha infine sottolineato “che nonostante i tempi siano scaduti da due settimane, continueremo ad incalzare l'Esecutivo affinchè provveda al più presto ad emanare il previsto decreto attuativo.”
“Aggressione? Sono andato a dirgli che secondo il regolamento non può fare riprese, e ho ricevuto in cambio i soliti insulti che da 15 minuti ci stavano rivolgendo, con lo scandaloso beneplacito del Presidente Fico. Patetico il tentativo di passare per vittima; manco fosse il grande Pippo Inzaghi quando faceva simulazione in area”.
Lo dichiara il deputato dem Luigi Marattin in merito agli episodi avvenuti oggi in Aula alla Camera.
“Una maggioranza divisa su ogni tema in agenda e ormai anche impaurita per quegli equilibri interni saltati che minacciano la stessa tenuta del governo, arriva a gesti che nulla hanno a che fare con il decoro di un’Aula istituzionale. Il comportamento indecente del deputato M5s, Giuseppe D’Ambrosio, per giunta avvenuto in occasione di un dibattito particolarmente rilevante sulla riforma della Costituzione repubblicana, non è soltanto indice di uno scadimento di quel senso dello Stato già ampiamente registrato, è il segnale inequivocabile che M5s sta perdendo la testa. Il messaggio giunto dalle urne dell’Abruzzo è solo l’ultimo degli allarmi che si sono accesi ormai da tempo. Da qui i nervi tesi e le azioni irresponsabili”.
Così il deputato Dem, Massimo Ungaro.
Da Pd presto proposta organica per soluzioni
“Non si può che esprimere un’amara insoddisfazione per le modalità con le quali il governo sta affrontando le due delicatissime questioni della Xylella e delle gelate in Puglia. L’unico risultato è stato solo di dividere rappresentanza e agricoltori”. Lo dichiarano i capigruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera e al Senato Maria Chiara Gadda e Mino Taricco e i parlamentari democratici Teresa Bellanova, Francesco Boccia, Michele Bordo, Dario Stefano, Marco Lacarra, Alberto Losacco, Assuntela Messina, Ubaldo Pagano.
“Il caos generato negli ultimi mesi – continua - è il risultato di una politica che non risolve i problemi, ma li alimenta e li cavalca per ragioni di consenso elettorale. Nonostante le tante promesse, il settore agricolo è stato totalmente ignorato dalla legge di bilancio prima e dal dl Semplificazioni poi. Oggi il governo pensa di ergersi a salvatore, invece sono i primi responsabili del ritardo. L’agricoltura italiana si merita dignità: non basta sventolare misure come l’etichettatura, bisogna che sotto l’etichetta ci sia un prodotto e che le aziende siano aiutate e sostenute in maniera adeguata. Per questi motivi, di fronte ai dissidi tra le forze di maggioranza, depositeremo i primi giorni della prossima settimana una proposta organica del Pd che chiederemo a tutte le forze politiche di condividere”.
“Troppe volte ha promesso Centinaio, noi mettiamo sul tavolo misure concrete. Gli agricoltori meritano risposte. Questo governo non comprende nemmeno le loro esigenze”, concludono.
"Mentre Salvini continua la sua perenne campagna elettorale, i suoi 'signorsì' della Lega in Parlamento hanno votato ieri contro la Tav”. Lo dichiara Davide Gariglio, deputato Pd e componente in Commissione Trasporti della Camera, a proposito dell’Alta velocità Torino-Lione.
“Leggiamo che tra un comizio e un tweet il ministro dell'Interno abbia comunque trovato il tempo di leggere la relazione costi-benefici, sarebbe indicativo se riuscisse a commentarla prima del voto sul caso 'Diciotti' della giunta delle elezioni e delle immunità previsto per martedì prossimo”, conclude.
“Quello che è avvenuto oggi alla Camera dimostra tutta bassezza, l’ignoranza costituzionale e la cultura giacobina del Movimento 5 Stelle e lo rendono incompatibile con qualsiasi ipotesi di riforma costituzionale e collaborazione sui temi della democrazia”. Lo dichiara Marco Di Maio, segretario della Commissione Affari costituzionali della Camera, a proposito dell’episodio che ha visto protagonista il deputato 5 Stelle D’Ambrosio, la cui mancata espulsione ha provocato le proteste e l’uscita dall’Aula dei deputati del Pd.
“Il Partito democratico – continua - fa bene a operare secondo il principio della riduzione del danno sul tentativo di introdurre nel nostro ordinamento forme di democrazia diretta che sarebbero un fucile scivolamento verso una deriva venezuelana; ma la nostra concezione delle istituzioni è inconcepibile con quella di chi maltratta costantemente le opposizioni parlamentari, i regolamenti e la dignità delle istituzioni”.
“Mai una riforma con chi usa così le istituzioni”, conclude.
"Nel bel mezzo della discussione sulla riforma costituzionale promossa dai 5 stelle nell’intento dichiarato di aumentare la partecipazione popolare, la trasparenza dei processi decisionali, la qualità della democrazia, il collega D’Ambrosio del M5s non ha trovato niente di meglio che rivolgersi verso il gruppo del Pd facendo il gesto delle manette. Questo è un indice di ciò che per loro debba essere il livello dei rapporti fra i partiti presenti in Parlamento. Ci fanno lezioni sulla Costituzione e sul diritto, ma alla prima occasione viene fuori tutto il loro desiderio di considerare comunque e sempre che il posto giusto per i loro avversari è la galera".
Lo afferma Emanuele Fiano, della presidenza de Gruppo Pd della Camera.
“Nell’augurare buon lavoro al nuovo presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, convinta che l’Abruzzo ora diventi la terra in cui vivrà, vorrei però segnalare che se il buon giorno si vede dal mattino, l’alba abruzzese purtroppo appare già con un grande nuvolone nero all’orizzonte. Come può una personalità politica appena eletta, in una delle cariche tra le più prestigiose della nostra Repubblica, esordire con un gravissimo attacco ai sindaci che non fanno parte del suo schieramento? Quale senso delle istituzioni ha un presidente di Regione che nel primo giorno del suo insediamento, anziché mettere al centro le priorità programmatiche annunciate in campagna elettorale, mette nel mirino i primi cittadini con fascia tricolore non allineati alla sua nuova/vecchia destra, augurandosi addirittura la loro rapida cacciata? E’ una rapida smentita quella ci aspettiamo da Marco Marsilio o le scuse per queste sue parole e l’assunzione di un comportamento serio e rispettoso: con disciplina e onore, come impone la Costituzione per chi ricopre funzioni pubbliche”.
Il governo ha risposto oggi in commissione Lavoro all’interrogazione dell’on. Pd, Debora Serracchiani, sulla nomina a presidente Anpal di Domenico Parisi
“Sulla nomina del Prof. Domenico Parisi a presidente dell’Anpal e di Anpal servizi, il governo, rispondendo alla mia interrogazione in commissione attraverso il sottosegretario Claudio Durigon, è stato del tutto evasivo. “ Debora Serracchiani, capogruppo del Pd in commissione Lavoro, si dichiara “assolutamente insoddisfatta” per la risposta sul potenziale conflitto d’interessi di “colui che secondo il decretone è preposto a vagliare le candidature e selezionare gli idonei navigator e ad acquistare l’App che dovrà far incontrare domanda e offerta di lavoro”. “Per noi – ha ribadito Serracchiani - la nomina di Parisi è in aperto conflitto d’interessi. Apprendiamo con favore, che contrariamente a quanto dichiarato in precedenza, il prof. Parisi intende mettersi in aspettativa dai suoi incarichi. Ma il governo non ha minimamente chiarito come il ministero intenda assolvere al compito di vigilanza, per impedire che vi siano conflitti di interesse. E non solo: nella risposta del sottosegretario Durigon non vi è alcuna spiegazione sulle società collegate direttamente ai familiari del prof Parisi. Che – lo ricordo- Di Maio ha voluto fortemente alla presidenza dell’Anpal in virtù della sua App che fa incrociare domanda e offerta di lavoro nel lontano Missippippi” . “Il cosiddetto “governo del cambiamento”- ha proseguito Serracchiani – non può limitarsi a specificare che potenziali conflitti d’interesse possano essere semplicemente messi da parte con una autocertificazione in cui si dichiara che non c’è alcuna incompatibilità.” “Inoltre – conclude Serracchiani – non ho sentito dal governo nessuna risposta su come si intenda vigilare affinchè non vengano raggirate le regole e limitata la trasparenza”.
“A prescindere dalle decisioni dell’azienda sulla prosecuzione del programma, la Rai si faccia carico del destino delle circa 500 persone che lavorano alla produzione della fiction ‘Il paradiso delle signore’”. Lo dichiara Carla Cantone, componente Pd in Commissione Vigilanza Rai, a proposito delle parole della direttrice di Rai 1 Teresa De Santis su “Il paradiso delle signore”.
“I problemi economici evidenziati dalla direttrice di Rai 1 non possono ripercuotersi sulle vite di 500 persone, di cui più di metà donne. Chiediamo per questo all’azienda che, anche nel caso in cui decidesse di interrompere la produzione della fiction, di ricollocare le lavoratrici e i lavoratori impiegati in ‘Il paradiso delle signore’ in altre produzioni”, conclude.
“Abbiamo oggi votato il Decreto Carige perché nell’interesse di famiglie e risparmiatori era giusto farlo, come giusto e identici erano il Decreto Mps e tutti i provvedimenti voluti ed approvati dai nostri governi. Lo abbiamo fatto al cospetto del Sottosegretario M5S Alessio Villarosa, arrogante e sprezzante, ma soprattutto sedicente tutore dei risparmiatori. Un atteggiamento inaccettabile soprattutto da chi come lui non ha ancora fatto chiarezza rispetto alla restituzione dei 550mila dovuti dal fratello Massimiliano alla Banca Popolare di Vicenza”. Lo dichiara Franco Vazio, vice-presidente della Commissione Giustizia della Camera, a proposito della questione sollevata durante il dibattuto sul Dl Carige.
“Nei mesi scorsi – spiega – anche attraverso atti parlamentari, noi e altre forze politiche abbiamo ricordato come Villarosa abbia lavorato in passato in Idea Finanziaria, la finanziaria del fratello Massimiliano, poi cancellata da Bankitalia per gravi irregolarità e sospetti d’usura. La stessa finanziaria ha dato proprie azioni in pegno alla Banca Popolare di Vicenza per un valore complessivo di 550mila euro. Abbiamo per questo chiesto se poi quella somma fosse stata poi restituita per fugare il dubbio che i prestiti a Idea Finanziaria non abbiano contribuito a determinare il collasso dell’istituto. Ma i giorni e mesi sono trascorsi senza che lui si sia degnato a fornire una qualche risposta”.
“Sarebbe quindi opportuno che Villarosa la smetta con questi atteggiamenti arroganti e assolutamente inappropriati e fornisca risposte precise e circostanziate. Le famiglie e i risparmiatori possono essere difesi solo da persone che non debbano nascondere il proprio passato ed affiancare alle loro tragedie inquietanti vuoti di memoria. Perché sia fatta al più presto chiarezza ho presentato un’interrogazione sul tema”, conclude
"Di Maio, in evidente stato confusionale, continua a rivendicare un aumento dei contratti a tempo determinato e un calo dei disoccupati in Veneto che non esiste".
Lo dichiara Alessia Rotta, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera, a proposito delle parole di Luigi Di Maio durante il question time di oggi.
"Si tratta - continua - dell'ennesima fake news di un leader disperato: con il decreto dignità si stanno perdendo 600 posti di lavoro al giorno. Sono i dati impietosi pubblicati da Veneto Lavoro che certificano, dati alla mano, come nell'ultimo trimestre del 2018 in Veneto ci siano state 236 mila cessazioni e 167 mila assunzioni, per un saldo totale negativo di 59 mila unità. Nel primo trimestre dell'anno, l'ultimo del governo Gentiloni, Veneto Lavoro aveva calcolato un saldo positivo per circa 600 posti al giorno. Questa è la drammatica realtà che Di Maio nasconde dietro la solita propaganda. I posti a tempo determinato a fine dicembre erano 66 mila in meno rispetto all'inizio di ottobre. Nel contempo, i posti a tempo indeterminato sono aumentati di appena 6 mila unità (contro un aumento di 13 mila del primo trimestre del 2018). Quindi, dei posti spariti a tempo determinato dell'ultimo trimestre del 2018, solo uno su dieci è diventato un posto a tempo indeterminato".
"E' grave che il Ministro Di Maio diffonda dati falsi. In Veneto il governo sta trasformando i precari in disoccupati e nel frattempo non sta investendo un euro per invertire la tendenza. Di Maio dica la verità e la smetta di mentire agli italiani", conclude.