04/02/2019 - 12:00

“Alla luce degli sviluppi in Venezuela e dell’appello del Presidente della Repubblica a non avere esitazioni, chiediamo l’immediata calendarizzazione della nostra mozione sul Venezuela”.

Lo chiede Enrico Borghi, della presidenza del deputati del Partito Democratico alla Camera, a nome di tutto il Gruppo parlamentare

“È incredibile che non si permetta al Parlamento italiano di esprimersi” sottolinea il deputato Dem. “Negli scorsi giorni il ministro Moavero ha dato rassicurazioni sul sostegno dell’Italia alla posizione europea, ma il giorno – spiega - è stato smentito da chi ha posto il veto, in nome dell’Italia, a una soluzione europea condivisa”.

“Non è più tempo di tentennamenti. – conclude Borghi - Il presidente della Camera permetta al Parlamento di esprimersi, contro il regime e per la libertà”

04/02/2019 - 11:20

"Francia, Spagna, Svezia, Austria e altri stati Ue stanno riconoscendo Guaidó come presidente ad interim del Venezuela autorizzato a indire nuove elezioni. Chi non lo fa, come l’Italia, si schiera con Maduro. Una macchia indelebile su questo governo e i suoi esponenti. Tutti". Lo scrive su Twitter Marco Di Maio, deputato del Partito democratico.

01/02/2019 - 18:24

"Per favore togliete i social a Toninelli e dategli qualcosa da fare. Magari le fotocopie dell'analisi costi-benefici da distribuire ai parlamentari così sarà impegnato in qualcosa di socialmente utile. Invece di passare tutto il giorno a postare fake news come quella, subito ritirata, sui confronti dei costi del trasporto pubblico a Torino e Milano". Lo afferma Davide Gariglio, deputato Pd in Commissione Trasporti della Camera.

01/02/2019 - 16:55

Ci aspettiamo che il ministro della propaganda Salvini accolga l’appello dell’imprenditore calabrese Luigi Sauve, vittima di gravi episodi di intimidazione mafiosa. La settimana scorsa io e la collega Bruno Bossio abbiamo presentato un’interrogazione su questa drammatica vicenda per chiedere al ministro dell’Interno di adottare con la massima urgenza tutte le misure necessarie per assicurare l’incolumità dei cittadini che si sentono minacciati e impotenti di fronte a tali atti ignobili e per garantire la legalità nel territorio della Sibaritide, dove Sauve dà lavoro a 500 persone. Lo Stato non può lasciare sole le vittime della mafia. Ci auguriamo che Salvini risponda al grido di dolore e di solitudine di questo coraggioso imprenditore.

Lo afferma Walter Verini, deputato del Pd in commissione Antimafia.

01/02/2019 - 15:03

Un progetto legge in favore dei familiari delle vittime dei terremoti dell’Aquila e del Centro Italia dal 2009 in poi. I contenuti sono stati illustrati oggi a L’Aquila dalla deputata del Pd Stefania Pezzopane, prima firmataria della legge.  Una seconda presentazione pubblica verrà fatta dopo le elezioni regionali alla Camera dei deputati, dove verranno invitati anche parlamentari degli altri gruppi politici, legali e rappresentanti delle famiglie delle vittime. “Il progetto di legge è già depositato - ha spiegato Pezzopane - e prevede una disposizione finanziaria di 200mila euro al titolare del rapporto principale di natura familiare con la vittima, oltre a meccanismi per favorire l’accesso al mercato del lavoro per i parenti diretti delle vittime che ne avessero necessità”.

“Il progetto di legge alla Camera - spiega Pezzopane - è stato depositato dopo che nella legge di bilancio a dicembre era stato bocciato dalla maggioranza un emendamento da lei presentato che andava ad affrontare il vuoto normativo. Dopo la bocciatura però, il governo inseriva nel decreto legge semplificazioni un emendamento a favore delle vittime di Rigopiano, che in ogni caso non prevede somme definite ma, rispetto alla prima versione, l’accesso agevolato al mercato del lavoro per i familiari delle vittime del resort. Perciò nel momento in cui si votava la misura per Rigopiano, che ovviamente è stata votata anche dal Pd, ho richiamato l’attenzione sul mio progetto di legge, che tutela anche le vittime dell’Aquila e di Amatrice. Le vittime delle calamità - aggiunge la deputata Dem - non devono avere un colore o un’appartenenza, una data che le discrimina. Sono uguali, e trovo necessario e urgente che così come c’è stata una risposta giusta ed importante per Rigopiano, ci debba essere per le altre calamità”.

Il progetto di legge di Pezzopane, che è stato fatto proprio da tutto il Pd, è inoltre più dettagliato della misura che l’esecutivo ha predisposto per Rigopiano: oltre alla precisazione delle somme che spettano ai familiari, sono specificati altri aspetti importanti. “Lo schema del nostro provvedimento - conclude la deputata Pd - è quello della legge approvata per la strage di Viareggio. Se avessero approvato i miei emendamenti avremmo già risolto la questione. Mi auguro che le forze politiche siano solidali e che questa legge venga approvata all’unanimità”.

01/02/2019 - 13:28

Nuova giravolta del governo sul Venezuela. Di Maio dice né con Maduro né con Guaidò. L’Italia prenda una posizione chiara, a sostegno dell’opposizione democratica, del ritorno alla democrazia e della libertà contro la repressione e le violenze. Basta con le ambiguità che servono solo a non far litigare Lega e M5S”.

Lo scrive su Twitter Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera.

01/02/2019 - 13:17

"Con il Paese in recessione sarebbe una follia chiudere cantieri già in fase avanzata e cofinanziati in gran parte dall'Unione Europea. L'attuale governo è riuscito nel difficile compito di portare, in pochi mesi, l’Italia sull'orlo del baratro. L'accordo al ribasso a spese degli italiani che indirizza ogni scelta di Lega e M5S è stato ancora una volta testimoniato dalle parole di Salvini oggi al cantiere di Chiomonte. Il vice premier invece di annunciare la ripresa dei lavori come ci saremmo aspettati da un 'leader forte e senza paura' ha parlato di revisione dell'opera, senza però specificare come ed in base a quali accordi. Siamo di fonte ad una classe dirigente miserabile, che distrugge lavoro ed economia, inadeguata per decidere e capace soltanto di addossare le proprie evidenti colpe agli altri".

Lo  dichiara Silvia Fregolent, deputata del Pd.

01/02/2019 - 12:57

“Sul caso Venezuela chiediamo l’immediata calendarizzazione della mozione che il Pd ha presentato, perché occorre mettere fine a questo indecoroso balletto di dichiarazioni. C’è un limite a tutto, sia per le parole in libertà, che per le stupidaggini, come è avvenuto in questi minuti da parte del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, conversando con i giornalisti, subito dopo i lavori dell’Aula dedicati alle interpellanze. Cosa vuol dire Di Maio quando afferma che non intende riconoscere né Guaidò, né Maduro? Che l’Italia pensa al ritiro del nostro ambasciatore da Caracas? E’ questo il passaggio diplomatico che il governo ha intenzione di compiere, lasciando i nostri 140mila connazionali senza alcun punto di riferimento nel Paese. Qual è la posizione ufficiale del governo italiano? Sentiamo ogni giorno parole contraddittorie, mentre l’unico che tace è proprio il ministero degli Esteri, Moavero Milanesi”.

Così Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula.

01/02/2019 - 12:14

Con Manovra correttiva in arrivo nuove tasse

“La recessione è colpa del governo e Di Maio non è credibile quando cerca di scaricare tutte le responsabilità su fattori esterni e sui governi del Pd”. Così il capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, Graziano Delrio. 

“I dati parlano chiaro - prosegue Delrio - abbiamo lasciato i conti del paese in ordine, Lega e 5 Stelle la smettano quindi con sterili polemiche e cerchino invece di ascoltare con attenzione cosa dice l’Istat e cioè a quanto le scelte del governo abbiano influito negativamente sugli investimenti pubblici e privati. È lì la causa della recessione, altro che boom economico. E già si parla con insistenza di una manovra correttiva che per gli italiani vorrà dire una cosa sola: nuove tasse”.

01/02/2019 - 11:46

Discussa in aula interpellanza del Pd sulla situazione dell’azienda nata dall’ex Brendamenarini e Irisbus

Dichiarazione degli on.li del Pd Gianluca Benamati e Andrea De Maria

“Sulla situazione dell’industria italiana autobus (IIA) manca chiarezza ma noi vogliamo guardare alla sostanza e senza alimentare polemiche. Se il governo farà lo stesso, troverà nel Pd una sponda solida. Dobbiamo lavorare nell’interesse dei lavoratori e per un forte sistema industriale del Paese.” Questa la posizione espressa in aula, stamane alla Camera, da Gianluca Benamati e Andrea De Maria nel corso della replica al ministro Di Maio all’interpellanza urgente presentata dal Partito Democratico “sullo stato della trattativa con IIA - azienda nata nel 2015 attraverso il raggruppamento dell’ex Bredamenarini di Bologna e l’Irisbus di Avellino - per capire come il governo intenda affrontare la situazione aziendale, assicurando l’erogazione degli stipendi e degli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori” . ”Il governo – ha detto De Maria illustrando l’interpellanza- ha fatto tante promesse  e si è assunto molti impegni, ora occorre essere conseguenti per garantire il futuro dell’azienda a fronte di un contesto che lascia aperti spazi di iniziativa , perché ci sono ordinativi per 1100 autobus.” De Maria ha anche sottolineato che “la regione Emilia Romagna è intervenuta direttamente per anticipare i pagamenti delle consegne , attivando le società di trasporto pubblico locale”. Dal canto suo, Benamati ha sottolineato - nella replica-  che  “ da settembre a dicembre c’è stato un preoccupante balletto di responsabilità con l’annuncio dello stesso ministro Di Maio dell’entrata delle Ferrovie nella azienda che poi non c’è stato”. “Tutto questo – ha proseguito Benamati-  ha creato una serie di problemi e ha permesso di consegnare temporaneamente la maggioranza al socio turco Karsan, assistendo anche a spostamenti di parte della produzione in Turchia.”   Benamati ha osservato che “c’è poco da essere soddisfatti a parte l’impegno delle regioni Emilia Romagna e Campania,  manca ancora  il socio privato, un credibile piano industriale e soprattutto un collegamento e un confronto tra lavoratori e sindacati.” Il Pd ha chiesto pertanto  “di riattivare -quanto prima- un tavolo con le parti sociali “.

01/02/2019 - 10:26

Col dire sempre di No (alla Tav, al Tap, alle infrastrutture) si finisce col dire di No alla crescita. Perché se per mesi descrivi gli imprenditori italiani come dei furbacchioni (tranne tuo padre), minacci di sforare il deficit, fai scappare all'estero gli investitori... poi non puoi stupirti se l'unica cosa che hai realizzato in 7 mesi di governo sono 6 mesi di recessione.

Lo ha scritto su Facebook il Vice Presidente della Camera, Ettore Rosato

01/02/2019 - 10:16

“Dopo 5 anni e mezzo con il segno +il settore manifatturiero in Italia crolla a 47,8. Per la prima volta in più di 4 anni diminuisce il livello occupazionale Questa volta il #governo di improvvisati e irresponsabili a chi darà la colpa? Si facciano da parte, ora!”

Lo scrive in un tweet Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, commentando i dati dell'indice Pmi del settore manifatturiero italiano

31/01/2019 - 18:43

“Grazie al precedente governo, l'Italia ha finalmente adottato la direttiva europea che consente di eliminare i vincoli allo sviluppo della mobilità a idrogeno. Adesso al di là degli atti formali, servirebbero investimenti che favoriscano la realizzazione di una infrastruttura: è emerso che di fatto il Governo non sta facendo nulla”. Lo dichiara Marco Di Maio, deputato del Partito democratico, a proposito della risposta del governo a una sua interrogazione sul tema.

“Nemmeno – continua - l'elaborazione di una strategia su come dotare anche il nostro Paese di una rete di distributori a idrogeno in grado di favorire una mobilità alternativa e pulita. Ci si riempie la bocca con la parola 'sostenibilità' e poi nei fatti non si conclude nulla”. Lo afferma il deputato Marco Di Maio a seguito della risposta ricevuta alla propria interrogazione sullo sviluppo della rete infrastrutturale a idrogeno. Con l'adozione della direttiva l'Italia si è impegnata nella la creazione di un adeguato numero di punti di rifornimento per l'idrogeno, accessibili al pubblico, entro il 31 dicembre 2025. E' stimato che entro tale data per consentire la circolazione di vetture ad idrogeno per lunghe distanze sul territorio nazionale (lungo le autostrade, ogni 200 km o presso le superstrade o strade con traffico internazionale), occorreranno 25 stazioni. Contrariamente a molti altri Paesi europei, l'Italia ha un'unica stazione che si trova a Bolzano, sulla A22. Nell'impianto si produce idrogeno tramite energie rinnovabili, si stocca e si utilizza per rifornire veicoli a celle a combustibile (autobus utilizzati per il trasporto pubblico urbano, oltre a un parco vetture destinate al noleggio). Sarebbe importante almeno completare il 'corridoio verde' dell'autostrada dell'idrogeno che parte dal nord Europa e si ferma a Bolzano programmando investimenti che giungano almeno fino a Modena per completare tutto il tratto dell'A22”.

“Rispetto allo zero assoluto che questo Governo sta programmando su questo capitolo noi proporremo, invece, investimenti ed incentivi per favorire investimenti pubblici e privati che ci mettano almeno al pari con altri Stati europei che sono già in fase di sviluppo avanzato di questa tecnologia”, conclude.

31/01/2019 - 18:37

“I dati resi noti oggi certificano con il linguaggio oggettivo dei numeri che il Rei è senza dubbio una misura che funziona”. Lo dichiara Vito De Filippo, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali alla Camera, a proposito dei dati dell’Osservatorio Inps sul Rei.

“Quella messa in campo dal Pd nella precedente legislatura è dunque una misura che in cui 462mila nuclei familiari e 1,3 milioni di persone hanno trovato un efficace sostegno contro la povertà e l’emarginazione. Il Rei è, ovviamente, uno strumento perfettibile ma le statistiche senza dubbio positive fanno nascere qualche rimpianto e altrettanti dubbi sulla scelta governo del governo di puntare con tanta determinazione sul reddito di cittadinanza. Considerata l’estrema complessità organizzativa e le conseguenti incognite legate all’applicazione del reddito di cittadinanza, non sarebbe stato più utile implementare il certamente affidabile Rei piuttosto che avventurarsi in una strada incerta?”.

“La risposta è purtroppo evidente: tra le esigenze delle persone in difficoltà e i sondaggi, Lega e M5S scelgono sempre senza esitazione i secondi”, conclude.

31/01/2019 - 18:07

“Convocare azienda per garantire produzione e posti di lavoro”

“Il ministro Luigi Di Maio è a conoscenza del piano industriale del gruppo Lactalis, per quanto attiene al futuro della Parmalat Spa, dato che il 9 gennaio scorso il management dell’azienda ha comunicato ai dipendenti del gruppo italiano l’intenzione di mettere in atto una riorganizzazione mondiale? Quali sono gli intendimenti del governo per evitare che questa riorganizzazione possa mettere a rischio un perno fondamentale dell’intera filiera agro-alimentare italiana? L’esecutivo intende convocare al più presto l’azienda, per un incontro al quale siano presenti anche le parti sindacali, per capire bene gli scenari che si stanno aprendo a Collecchio e per garantire le capacità produttive del gruppo, il suo sviluppo complessivo e i livelli occupazionali?”.

Sono le domande alle quali intende dare risposta l’interrogazione rivolta al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico presentata dai deputati Dem Gianluca Benamati, Sara Moretto, Francesca Bonomo, Gavino Manca, Mattia Mor, Lisa Noja, Diego Zardini.

“Il gruppo Lactalis - si legge nell’interrogazione - nel 2011 ha acquisito Parmalat, tra i leader mondiali nella produzione e distribuzione di latte, suoi derivati e bevande a base di frutta, con ricavi nel 2017 per oltre 6,6 miliardi di euro. Lo scorso dicembre Lactalis, già proprietario dell’89,63% delle azioni Parmalat ha annunciato di aver portato la sua partecipazione al 95.81%, comunicando alle autorità di borsa italiane di voler procedere al delisting della società. Un’operazione con la quale Lactalis intraprende una fase di riorganizzazione e prende il controllo totale di Parmalat. Parmalat Italia viene accorpata a Lactalis Italia, la società francese che gestisce altri asset del gruppo nel Paese, in primis Galbani, storica azienda lombarda di latticini. Parmalat e Galbani sono due aziende che in Italia contano circa 5mila addetti. Per la nuova Parmalat si profilerebbe dunque un futuro da semplice azienda manifatturiera, senza funzioni di gestione e strategia autonome. Per le organizzazioni sindacali - si denuncia sempre nel testo - tale prospettiva potrebbe creare rischi per l’occupazione sia di Parmalat che di Galbani, mettendo in discussione lo stesso sistema produttivo delle due aziende, in quanto il profilo industriale non sarebbe compatibile con il mercato italiano, dove brand locali legati al territorio e filiera corta, hanno un forte valore commerciale”.

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