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SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE SU BABY SITTING E SERVIZI PER L’INFANZIA
La proposta del Pd
Abbiamo presentato una proposta di legge sugli aiuti integrativi alle famiglie.
I dati ci dicono che purtroppo le donne italiane quando arriva il primo figlio decidono di smettere di lavorare. Fino a qualche anno fa in quasi tutte le famiglie italiane c’erano i nonni che costituivano il più grande pilastro di welfare a sostegno delle famiglie e della genitorialità; oggi purtroppo non è più così o almeno non è solo così. Le famiglie hanno necessità di essere aiutate maggiormente, perché da sole non riescono a conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro.
Questa proposta di legge ha l’obiettivo di fornire un aiuto alle famiglie per favorire il ricorso ai servizi di baby-sitting e i servizi integrativi per l’infanzia, tra i quali i corsi estivi, con lo stanziamento di un miliardo.
È rivolta ai bambini dai tre ai dodici anni e riguarda le famiglie che hanno un Isee fino a 25 mila euro e interesserà una platea di circa 400 mila bambini con genitori entrambi lavoratori, oppure un nucleo familiare composto da un unico genitore lavoratore.
Questa proposta si integra con le altre proposte Pd a sostegno della maternità e dell’infanzia, come ad esempio quella sul ripristino dei posti degli asili nido previsti dal Pnrr e tagliati dal governo, il congedo paritario, l’aumento delle risorse per l’assegno unico.
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CAOS GIUSTIZIA
Il governo umilia il Parlamento
Quello che sta avvenendo su una materia delicata come la giustizia è di assoluta gravità. Mentre alla Camera si discute il ddl Nordio, un provvedimento che tra le altre cose elimina il reato di abuso d’ufficio creando sacche di impunità e lasciando i cittadini senza protezione di fronte ad eventuali abusi della pubblica amministrazione, il governo approva nella notte l’ennesimo decreto contenente un nuovo reato, quello di peculato per distrazione. Il quale, realisticamente, riguarda in parte la stessa materia dell’abuso d’ufficio. Un vero e proprio caos. Il governo si prende gioco del Parlamento, umiliandolo. Abbiamo chiesto che il ddl Nordio tornasse in commissione per poter conoscere almeno quanto deciso dal Consiglio dei Ministri, ma la maggioranza non ha voluto sentire ragione, preoccupata soprattutto di non andare in pezzi, più che di operare per il bene dei cittadini.
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IL PREMIERATO SCARDINA GLI ASSETTI COSTITUZIONALI
Inaccettabili strappi e forzature
Il ddl Casellati (il cosiddetto premierato), che questa settimana è stato incardinato alla Camera, è una vera e propria violenza alle istituzioni. Scardina gli assetti costituzionali ed elimina tutto il sistema di pesi e contrappesi necessario al funzionamento delle istituzioni e a garanzia dei diritti dei cittadini.
Le parole della ministra non sono chiare: da un lato ha detto di essere aperta a modifiche, dall’altro ha detto di volere ‘celerità’ e ha alzato molti paletti sul numero degli emendamenti, sui tempi e sugli ambiti di eventuali modifiche della Camera. Non accetteremo strappi e forzature come accaduto con la riforma dell’autonomia differenziata. Peraltro è del tutto anomalo che il Parlamento discuta il provvedimento prima che sia stato indicato dal governo il modello elettorale associato alla riforma visto che, per la prima volta nella storia repubblicana, il governo ha, di fatto, costituzionalizzato la legge elettorale.
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DECRETO COESIONE: UNA CENTRALIZZAZIONE SENZA CAPO NÉ CODA
Sul sostegno al lavoro poco e niente
Il decreto-legge n. 60 del 2024, in materia di politiche di coesione, affronta due temi su tutti: la gestione delle politiche di coesione del Paese e le politiche per il lavoro.
Riguardo al primo tema, la scelta del governo è di centralizzare a Palazzo Chigi la programmazione e l’utilizzo delle risorse sia europee sia nazionali, e di rendere bilaterale la negoziazione dei relativi processi di attuazione. Con un forte ridimensionamento del ruolo e delle prerogative delle Amministrazioni locali, con un radicale rovesciamento dell’impostazione delle politiche di coesione basate sulla centralità dei territori. Come Pd denunciamo la clamorosa contraddizione di un provvedimento che centralizza tutta la politica di coesione a Palazzo Chigi, dopo che due settimane prima la Camera ha approvato un disegno di autonomia differenziata che spacca l’Italia e spinge di fatto per la secessione delle sue aree più forti. Da una parte si centralizza e dall’altra si differenzia, come se queste due dinamiche, a un certo punto, non dovessero inevitabilmente andare in conflitto.
Quanto all’altro grande tema oggetto del decreto, quello del lavoro, emerge ancora una volta la mancanza di visione che caratterizza il governo Meloni. La questione dell’occupazione giovanile, femminile e del Mezzogiorno meriterebbe una strategia ampia e strutturale, a lungo termine, mentre le misure contenute nel provvedimento hanno respiro corto, e aprono finestre di pochi mesi per accedere a bonus riguardo ai quali non c’è nessuna certezza sul fatto che verranno riproposti.
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L’ITALIA RICONOSCA LO STATO DI PALESTINA
Preoccupa l’inerzia del governo italiano
L'Italia riconosca lo stato di Palestina. Accanto al diritto di esistere di Israele, è necessario che i palestinesi abbiano un loro Stato, libero dall'occupazione, in cui esercitare democrazia e autodeterminazione. Due popoli e due Stati, basta vuota retorica e ipocrisia.
Siamo preoccupati dall'inerzia del governo italiano. La presidente Meloni è letteralmente scomparsa: laddove scarseggiano le foto opportunity, lei non c'è. L'ultimo atto di questo governo è stata l'astensione al voto Onu sull'ammissione della Palestina come membro delle Nazioni Unite. Un grandissimo errore.
L’Italia è ormai fuori dalla tradizione diplomatica che ne aveva fatto una protagonista della politica di pace e convivenza del Mediterraneo per collocarsi in un limbo pericoloso. Nessun impegno per il cessate il fuoco, nessuna condanna per la violazione del diritto internazionale da parte di Israele e nessuna iniziativa per evitare l’estensione della guerra verso il Libano dove c’è un’importante missione di pace italiana.
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ACCADE ALLA CAMERA
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico
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SUL BONUS MAMME LA MINISTRA ROCCELLA SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI, I DATI DICONO FLOP
Perché i lavoratori sotto una certa soglia di reddito ricevono direttamente sgravi fiscali e le donne che lavorano e hanno due o più figli devono richiedere tale diritto? Perché non è automatico? La realtà è che il governo non è attento alla fatica delle donne e scrive male il 'bonus mamme' in modo che la ragioneria dello Stato non spenda soldi. Sarebbe meglio che quei soldi risparmiati venissero inseriti su misure che incentivano il congedo paritario e il 'bonus babysitter' proposto dal Pd.
Troppe donne, migliaia di mamme che lavorano mancano all’appello. Se anche una sola donna ha diritto per legge ad avere uno sgravio fiscale e quella donna non lo richiede, è dovere dei parlamentari rappresentarla ed è dovere del governo andare a cercarla per restituirle quel diritto.
La risposta della ministra durante il question time sul flop del bonus mamme, invece, è stata totalmente inadeguata. Roccella dribbla sui risultati e non affronta le tante criticità di una misura che è stata comunicata male e promossa peggio dal governo. Una misura che presenta elementi di iniquità, per l’esclusione delle donne che ne hanno più bisogno perché con contratti precari. Ci saremmo aspettate una risposta concreta da chi non perde giorno per sbandierare il proprio sostegno alla famiglia e alla natalità e invece la ministra preferisce attaccare l’Inps per i dati forniti.
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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA
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Modifiche al codice penale Da martedì, esame e votazioni sul provvedimento riguardante le modifiche al codice penale.
Infrastrutture Nella seduta di martedì vortazione della pregiudiziale di costituzionalità sul provvedimento recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport.
Imprese agricole Da mercoledì esame e votazioni sulle disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale.
Ordinamento militare Da martedì, esame e votazioni sul disegno di legge inerente modifiche al codice penale, all'ordinamento giudiziario e all'ordinamento militare.
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