Dazi: Pagano, piano export è fallimentare, Governo si piega a Usa invece di difendere imprese
Surreale considerare politica dazi opportunità per Made in Italy
Surreale considerare politica dazi opportunità per Made in Italy
"I dazi di Trump rischiano di avere un impatto devastante sull'export e quindi sul fatturato e l'economia di aziende importanti nei settori dell'automotive, meccanica, agroalimentare e della farmaceutica con ricadute occupazionali drammatiche per il nostro Paese. Il governo non ha detto una parola per difendere l'Europa dagli attacchi di Vance che ci giudica dei parassiti e non fa nulla a livello europeo per difendere aziende e lavoratori, diviso peraltro anche sulle azioni da mettere in campo.
La politica protezionistica USA, con nuovi dazi su prodotti europei, colpirà duramente le Marche. Secondo l’Università di Macerata, l’impatto stimato nel 2025 è di oltre 200 milioni di euro, tra calo delle esportazioni e contrazione dei consumi. Per una regione che si deve rialzare, dopo anni difficili, sarebbe un colpo durissimo. Le nostre imprese non possono essere penalizzate da scelte geopolitiche su cui non possono incidere. Preoccupano il silenzio del governo nazionale e l'inerzia di quello regionale che ha il dovere di far sentire la voce delle Marche.
“Urso continua con il suo atteggiamento remissivo nei confronti degli Stati Uniti, incapace perfino di condannare la sciagurata guerra dei dazi con cui l’America sta gettando nel panico le economie mondiali. Da parte sua, assistiamo a una totale assenza di visione: chiede fantasia, cautela e lungimiranza all’Unione Europea, ma sbaglia bersaglio.
“Gli effetti dei dazi imposti da Trump si fanno già sentire: tutte le borse europee, Milano inclusa, hanno chiuso in calo. Ma mentre gli altri Paesi si muovono con determinazione, il governo Meloni resta immobile, prigioniero della scelta irresponsabile di non disturbare il manovratore d’oltreoceano. Proprio ora, più che mai, servirebbe un approccio unitario in sede europea per affrontare questa sfida. È un’emergenza economica reale e il governo italiano ha il dovere di agire subito per promuovere una risposta coordinata e incisiva.
“I dati Istat confermano una realtà sempre più insostenibile per le famiglie italiane: l’inflazione continua a erodere il potere d’acquisto, con un aggravio medio fino a 900 euro annui per un nucleo con due figli, come stimato dal Codacons. A fronte di questo scenario allarmante, i partiti di Governo sono impegnati a litigare, incapaci di mettere in campo misure efficaci per sterilizzare gli effetti dell’aumento dei costi sui salari. Il tutto alla vigilia degli effetti della scelta scellerata di Trump di avviare una guerra economica fondata sui dazi”.
Dopo Urso e Lollobrigida ora anche Tajani segnala la necessità che la trattativa sui dazi con Trump, senza genuflessioni, sia condotta dall'Unione Europea. Come PD lo diciamo da tempo anche attraverso iniziative specifiche attività parlamentari ma la presidente Meloni ha scelto la strada dell'equidistanza. Una posizione sbagliata che indebolisce l'Europa, che di contro occorre sempre più unire e rafforzare, e non da risposte alle imprese italiane che chiedono di essere tutelate da Bruxelles come ha ribadito Orsini, presidente di Confindustria.
Mentre da tutto il mondo sindacale e delle imprese sale la giusta preoccupazione per gli effetti dei dazi voluti dall’amministrazione Trump, la presidente del Consiglio è l’unica a negare anche la realtà.
Sono paradossali le dichiarazioni degli esponenti della maggioranza e del governo che cercano di sminuire la drammaticità del momento.
Ed è ancora più ridicolo l’inseguire il favore di Trump da parte della Meloni. E’ il momento di tutelare sul serio gli interessi nazionali, facendosi promotori di una risposta determinata e coesa a livello europeo.
“C’è un limite al ridicolo. Ci saremmo aspettati di tutto, tranne che la Presidente del Consiglio si recasse al congresso di un partito di opposizione per attaccare, non solo le opposizioni, ma anche la segretaria del PD, Elly Schlein. Un episodio che evidenzia la totale assenza di visione politica e che punta solo spostare l’attenzione dalle profonde divisioni della maggioranza e che ignora le sfide urgenti che l'Italia deve affrontare nel contesto internazionale.
“Meloni tra USA e Europa ha scelto di essere vassalla di Trump e con l’intervista al Financial Times ha gettato definitivamente la maschera, sostenendo apertamente le posizioni sconcertanti di questa amministrazione americana e condividendo le parole agghiaccianti pronunciate da Vance contro l’Europa e i suoi valori fondativi di democrazia e libertà. Prendiamo atto che per la premier gli interessi americani vengono prima di quelli italiani ed è legittimo definire i cittadini europei dei parassiti.