“Con il governo Draghi le prime due rate del Pnrr sono arrivate puntuali, con il governo Meloni solo per ottenere in accordo al ribasso per l'erogazione delle terza rata ci sono voluti otto mesi di ritardo. La destra ha dovuto inoltre rinunciare a 500 milioni di euro e ammettere di essere palesemente in difficoltà con il cronoprogramma delle opere previste. Questo scenario certifica rischi concreti di non erogazione delle prossime tranche di finanziamenti europei. Nonostante ciò governo e maggioranza festeggiano: o sono irresponsabili o sono in malafede”.
Lo dichiara Simona Bonafè, vice presidente vicaria dei Deputati Pd.
“I dati certificano che una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro porta ad una crescita qualitativa e quantitativa dell’economia. Occorre però una società maggiormente inclusiva dove vengano garantiti servizi di welfare efficaci e capaci di assicurare la conciliazione vita-lavoro per le donne che ancora oggi si devono rivolgere alla rete parentale. Molte delle misure presenti nel Pnrr sono finalizzate a questo. Ecco perché non possiamo permetterci ritardi sul Pnrr e in particolare sulla realizzazione degli asili nido”: così Simona Bonafè, vicepresidente vicaria dei deputati Pd, a margine della presentazione del libro "Chi ha cambiato l'Italia" di Antonio Noto, oggi a Montecitorio.
Dichiarazione di Simona Bonafe’, vicepresidente gruppo Pd Camera
“In questi mesi il governo ha ripetutamente e deliberatamente mentito sull’attuazione del Pnrr, nascondendo problemi e ritardi che ora stanno emergendo in tutta la loro gravità. Con il Piano è in gioco la crescita sociale economica ed occupazionale del nostro paese ed un aumento del Pil, da qui al 2030, stimato dal Fondo Monetario Internazionale superiore al 10 per cento. Per colpa dell’irresponsabilità e dell’incapacità di questa destra l’Italia sta perdendo 35 miliardi di euro previsti dalla III° e IV° rata. La premier Meloni ha il dovere di fare immediatamente chiarezza””: è quanto dichiara Simona Bonafè, vicepresidente vicaria dei deputati Pd.
“In attesa che la giustizia faccia il suo corso, non si può non prendere atto come la posizione della ministra Santanchè stia diventando giorno dopo giorno sempre più imbarazzante. Il silenzio della presidente Meloni e il suo evitare con cura ogni rischio di domanda da parte della stampa ne sono la più lampante riprova. Le nuove notizie che riguardano la ministra, in particolare quelle sui pagamenti alla sua dipendente (i rimborsi spese di viaggi ovviamente impossibili durante la pandemia Covid, la consulenza a sua insaputa con Fdi al Senato e in particolare con il senatore La Russa e il lavoro svolto anche in cassa integrazione), rendono la sua permanenza al governo non più tollerabile. Per molto meno, in passato, Meloni chiedeva le dimissioni di esponenti dell’esecutivo. Oggi invece tace. Santanchè ne ha chiaro il perché”.
Lo dichiara Simona Bonafè, vice presidente del Gruppo Pd alla Camera.
Dichiarazione di Arturo Scotto e Simona Bonafè, capogruppo Pd in Commissione Lavoro e Affari Costituzionali della Camera
Stamattina i relatori di maggioranza del Decreto P.A. non hanno nemmeno avuto la sensibilità istituzionale di presentarsi in Commissione per illustrare il merito del provvedimento. Un decreto di 45 articoli che tratta tutti i settori, senza un baricentro sul Pnrr e che mette solo qualche toppa all’emergenza precarietà nella Pubblica Amministrazione, così come emerge da quasi tutte le audizioni delle forze sociali che abbiamo fatto stamattina. Un comportamento che non è negligenza ma irresponsabilità.
“L’incidente ferroviario di Viareggio è un simbolo tragico delle contraddizioni della modernità. Morire quando si crede di essere al sicuro, nelle proprie abitazioni, a causa di carenze nella manutenzione dei convogli, di protocolli insufficienti, di convenzioni logistiche scellerate che hanno permesso passaggi, ad alta velocità, di treni con carichi esplosivi nelle stazioni in prossimità di edifici e centri città, è inaccettabile. Come è altrettanto insostenibile che dopo 14 anni, nonostante le cause accertate, non siano stati individuati i colpevoli della strage. Una nostra delegazione sarà presente questa sera alla fiaccolata di commemorazione mentre in Parlamento formuleremo proposte e progetti per celebrare il giusto ricordo delle vittime e promuovere buone pratiche per garantire la sicurezza ferroviaria”: è quanto riporta una nota congiunta dei deputati e senatori Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Laura Boldrini, Marco Furfaro, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
Raddoppiare le misure compensative destinate dalle imprese agli enti territoriali a seguito dell’installazione di infrastrutture energetiche, che passerebbero quindi dall’1 al 2 per cento del valore complessivo dell’opera”. Lo chiede un emendamento del Pd al decreto Rigassificatori in discussione a Montecitorio.
“L’autosufficienza energetica del Paese è fondamentale ma è altrettanto necessario che le comunità locali vengano adeguatamente risarcite dalla presenza di impianti di produzione di energia. Grazie a questa norma potrebbero arrivare nuove risorse per tutelare l’ambiente e garantire la crescita sostenibile dei territori interessati. Oggi queste misure riguarderebbero gli enti dell’Emilia e della Toscana in cui saranno presenti i rigassificatori, ma in futuro si tratta di benefici che potranno essere allargati a tutti i comuni coinvolti dalla presenza di nuove infrastrutture energetiche”. Lo dichiarano i deputati dem Simona Bonafè e Marco Simiani, rispettivamente capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali e Ambiente di Montecitorio.
“La zona Logistica semplificata della Toscana attende da mesi di essere istituita. L’area, già individuata dalla Regione, potrebbe sviluppare molte potenzialità di crescita dei territori, soprattutto della Costa su cui si concentrano i poli di crisi industriale. La Zls metterà infatti in sinergia i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara e Portoferraio, gli interporti di Guasticce e Prato oltre all’aeroporto di Pisa. Da oltre 6 mesi abbiamo depositato alla Camera una interrogazione per capire i ritardi ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta; ad oggi sappiamo soltanto che per istituirla occorre un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri mai emanato. Evidentemente per Giorgia Meloni questo atto non è una priorità, visto che ancora nessuno ha risposto alla nostra interrogazione alla Camera dei Deputati”: è quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Marco Furfaro e Christian Di Sanzo. Questo appello è condiviso e sostenuto anche dai senatori del Partito Democratico Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
“I contorni del presunto tentato golpe in Russia sono tutti da chiarire ma quello che è purtroppo evidente è la marginalità di Giorgia Meloni sullo scenario mondiale. Sicuramente questa situazione è stata alimentata dall’incapacità e dalla mancanza di credibilità, a livello europeo, che il governo italiano ha dimostrato in questi mesi su vicende chiave come l’attuazione del Pnrr e la ratifica del Mes. Va preso atto che questa destra, troppo spesso ambigua e mai compatta anche su posizioni antiputiniane, ha portato il nostro paese fuori dai giochi a livello internazionale”.
Lo ha detto la vicepresidente vicaria dei deputati Pd, Simona Bonafè, ospite de “L’aria che tira” su La 7.
"Difficoltà nella maggioranza sono sempre più evidenti"
Non bastavano gli scontri nella maggioranza con le insistenze per un chiarimento da parte della Santanchè, oggi emerge come anche all’interno di FdI ci sia gran confusione. La presidente Meloni auspica che la
Ministra venga in Parlamento a chiarire, mentre il suo fido capogruppo alla Camera Foti diceva che non ce n’era bisogno. Insomma il caos aumenta come su Mes e Pnrr e le difficoltà di governo e maggioranza sono sempre più evidenti.
Così Simona Bonafé, vicecapogruppo vicario dei deputati del Pd.
“Sul Mes la destra ha già perso la faccia sia in Italia che all’estero. Invece di affrontare con serietà e responsabilità la ratifica di uno strumento indispensabile per garantire la stabilità finanziaria a livello comunitario governo e maggioranza, come è successo oggi a Montecitorio, continuano a disertare le sedi istituzionali evitando il confronto, sperando soltanto in un impossibile rinvio all’infinito della discussione. Il paese non merita questo spettacolo deprimente ed indecoroso”: è quanto dichiara Simona Bonafè, vicepresidente vicario del Gruppo Pd alla Camera.
Anche sulla geotermia, come sul Mes, le spiagge e numerosi altri settori chiave del Paese, la destra ancora una volta ‘decide di non decidere’. La proroga di un anno delle concessioni per la geotermia non serve a nessuno e scontenta tutti: le imprese energetiche che devono programmare gli investimenti, gli enti locali che non vengono coinvolti e non hanno certezze sulle ricadute territoriali e le comunità che non hanno garanzie sullo sviluppo sostenibile di tale risorsa. Rimandare senza prendersi le proprie responsabilità è ormai un mantra di questo governo e di questa maggioranza che ha avuto addirittura il coraggio di rivendicare la proroga come un successo”. Lo dichiarano in una nota congiunta la vicepresidente vicaria del Gruppo dem alla Camera Simona Bonafè, capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali e il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente, in merito alla norma presente nel decreto Enti.
“E’ molto grave che nel decreto si intervenga sui requisiti per l’attività professionale dei sovrintendenti degli enti lirici ponendo il limite dei 70 anni. In particolare, prevedendo addirittura la retroattività, si intende rimuovere subito il sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli. È evidente a tutti che si tratta di una norma contra personam per liberare una carica da assegnare a qualcun altro. È una norma molto grave e incostituzionale, come segnalato dal Servizio studi della Camera, e che governo e maggioranza dovrebbero ritirare”.
Lo ha detto la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera e capogruppo in commissione Affari costituzionali, Simona Bonafè, nel corso dell'esame del decreto Enti pubblici.
Prima il governo e la maggioranza di destra hanno deciso di azzerare le presidenze di Inps e Inail in anticipo rispetto alla loro stessa naturale scadenza. Ora non sono capaci di nominare i nuovi vertici rispettando i venti giorni di tempo che loro stessi si erano dati in decretazione d’urgenza, lasciando due istituti fondamentali con presidenti ormai delegittimati nel loro ruolo e diminuiti nella loro capacità operativa e di intervento. Avevamo denunciato come questo commissariamento fosse avvenuto piegando le regole delle istituzioni, attraverso la modifica di imperio della loro governance e con un'occupazione delle istituzioni pubbliche fatta a colpi di decreto. Oggi, dopo il danno anche la beffa: Inps e Inail restano ancora senza comando e capacità progettuale. Il governo e la maggioranza di destra devono assumersi le loro responsabilità e non provocare ulteriori danni al Paese. Si stralci questo emendamento e venga subito il ministro della Pubblica amministrazione a riferire in commissione ”.
Lo dichiarano la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera e capogruppo in commissione Affari costituzionali, Simona Bonafè, e il capogruppo Pd in commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, nel corso dei lavori delle due commissioni riunite in sede referente per l'esame del Ddl Enti pubblici.
“Quello sulla Pa è un decreto inutile e dannoso. Inutile perché non risolve i problemi di mancanza di organico, di precariato e di adeguamento degli stipendi all’inflazione nella pubblica amministrazione; dannoso perché impedisce alla Corte dei Conti di vigilare sulla corretta attuazione del Pnrr. La destra continua a governare a colpi di decreto - mai urgenti, non omogenei ed uno alla settimana nei primi 8 mesi - esautorando il Parlamento e ignorando le continue raccomandazioni del Capo dello Stato”. Così la vicepresidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera Simona Bonafè, intervenendo oggi sulle dichiarazioni di voto del provvedimento.
“Nel decreto ci sono soltanto norme spot e nessun investimento per valorizzare la professionalità dei dipendenti pubblici ed elevare la qualità dei servizi essenziali alla persona, come scuola, sanità e pubblica sicurezza. Ci sono al contrario norme che non riguardano la Pa ma che compromettono l’esecuzione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: uno strumento che rappresenta oggi la maggiore opportunità per rilanciare il paese dopo la pandemia, la guerra, il caro energia e l’inflazione”: conclude Simona Bonafè.