Scelta incomprensibile, i fondi ci sono
“Il Governo ha deciso di non aumentare il limite degli indennizzi per i beni mobili danneggiati dall'alluvione in Emilia-Romagna. Ieri, durante la Conferenza Unificata sul decreto Ricostruzione, il Governo ha preso una decisione sbagliata e incomprensibile. Nonostante le richieste congiunte di UPI, ANCI e Conferenza delle Regioni, e il parere favorevole della struttura commissariale, ha scelto di non aumentare il massimale di 6.000 euro per gli indennizzi relativi ai beni mobili distrutti o danneggiati dall'alluvione in Emilia-Romagna. La proposta era di elevare il limite a 30.000 euro, una cifra certamente più adeguata.
Questa richiesta non avrebbe comportato nuovi costi per lo Stato, poiché il fondo per la Ricostruzione è già disponibile e ampiamente capiente. Resta l'urgenza di fornire un sostegno adeguato alle famiglie e alle imprese colpite dall'alluvione. Il governo ci ripensi e i parlamentari della maggioranza facciano sentire la propria voce in Senato davanti a una scelta che penalizza migliaia di famiglie. Non vorremmo che il Vice ministro Bignami stia mantenendo fede alla minaccia fatta in campagna elettorale di non dare le risorse alla
popolazione davanti a un flop elettorale” così la deputata democratica Ouidad Bakkali.
"Il protagonismo di Orban è assolutamente scomposto, pericoloso e controproducente: in questo momento è presidente di turno del Consiglio Europeo e rappresenta l'intera Unione. Peraltro, non ha ottenuto nessun risultato e ha rischiato semplicemente di indebolire l'unità e la compattezza dell'Unione europea, che invece è stata solida in questi anni. Putin voleva indebolire e distruggere l'Europa. Non ci è riuscito e lo stesso voleva fare con la Nato. In questo quadro la Presidente del Consiglio Meloni è in grande difficoltà. Il nostro governo sconta un deficit di credibilità e autorevolezza drammatico sugli scenari internazionali, proprio in relazione al rapporto con la Nato e con l'Unione Europea perché è evidente che noi abbiamo un vicepresidente del Consiglio che è il megafono della propaganda di Putin in Europa insieme a Orban e Le Pen. Salvini è la quinta colonna del putinismo in Europa. E non possiamo permettercelo, perché questo sta creando difficoltà enorme alla credibilità internazionale del Paese. Salvini ricordo è quello si è felicitato con la vittoria di Putin definendo le elezioni libere e democratiche. La Lega di Salvini è quella che non ha votato al Parlamento europeo impegni per contrastare la disinformazione e le ingerenze russe nel corso delle ultime elezioni europee. Salvini, è quello che ha contestato la proposta Stoltenberg di sostegno, anche militare all'Ucraina. Noi crediamo da questo punto di vista che non ci possano essere sbandamenti o passi indietro rispetto al pieno sostegno all'Ucraina con tutte le forme di assistenza necessarie. Lo abbiamo detto da subito con chiarezza e lo ribadiamo con forza anche oggi". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd commissione politiche europee alla Camera, a Coffee Break su La 7.
“Il Vice ministro Cirielli ci conferma che il Piano Mattei è una scatola vuota e che il Parlamento deve solo attendere quando l'esecutivo sarà più comodo a sottoporre i suoi provvedimenti. È un piano senza contenuti e senza risorse, senza un crono programma e senza obiettivi. Manca perfino la relazione che, per legge, il governo avrebbe dovuto presentare alle Camere entro fine giugno. Manca la verità perché la vostra idea di rapporto di collaborazione con gli stati africani punta solo a fermare i flussi migratori e fare dell'Italia l'hub del gas del Mediterraneo, cioè dei combustibili fossili quando è sulle rinnovabili che bisogna investire”. Lo dichiara la deputata dem Laura Boldrini presentando in aula l'interpellanza urgente sul Piano Mattei e replicando al Vice ministro Cirielli.
“Manca l'Africa, almeno nella vostra narrazione dato che non esiste niente di scritto su questo 'Piano Mattei' – continua Boldrini -. E lo conferma il presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki quando sottolinea che il governo italiano non ha coinvolto gli stati africani nella fase di progettazione del presunto piano paritario. Avete un'idea dell'Africa antiquata e forse nostalgica e non riconoscete il fatto che anche lì c'è una società civile organizzata che andrebbe coinvolta e ascoltata. Manca infine l'Europa perché sarebbe molto più utile e logico che l'Italia contribuisca seriamente al piano europeo 'Global Gateway' che stanzia 350 miliardi di investimenti. Anche l'Unione africana è già molto più avanti di voi: con il progetto 'L'Africa che vogliamo' lega il proprio sviluppo alle energie rinnovabili mentre il governo italiano in Africa cerca solo gas e combustibili fossili ignorando che una delle principali cause delle migrazioni è il cambiamento climatico. Per destinare appena 5,5 miliardi in quattro anni al Piano Mattei, ne avete sottratti 3,5 dal Fondo italiano per il Clima e oltre 2 al Fondo per la Cooperazione allo sviluppo. E' una partita di giro: non c'è neanche un euro stanziato in più sul Piano Mattei. Avete fatto il gioco delle tre carte. Non è questo un modo serio per gestire i rapporti coi partner internazionali. Una presa in giro verso l'opinione pubblica italiana, il Parlamento e i paesi africani".
“Dopo 4 mesi dal via libera definitivo delle Antitrust competenti non sappiamo ancora quale sarà il piano industriale di Beko che ha nel nostro paese oltre 5000 lavoratori. Con questa totale incertezza stupisce, ancora una volta, l’atteggiamento del Ministro Urso che convoca tavoli istituzionali che si risolvono con un nulla di fatto e sottolinea soltanto come il governo potrebbe attivare la golden power, senza però dare la certezza di cosa comporti concretamente tale misura per il futuro degli stabilimenti italiani, ed in particolare per quello di Siena.” E’ quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario Dem della Toscana, depositando una nuova interrogazione parlamentare .
“I sindacati chiedono da tempo rassicurazioni circa le prospettive future del sito di Siena, anche perché il gruppo Arçelik non investe in maniera significativa sul polo produttivo della città toscana da ormai 10 anni, mentre possiede stabilimenti in Polonia e Romania dove vengono prodotti altri frigoriferi, dichiara Fossi, per il quale “a Siena sono oltre quindici anni che sono stati attivati gli ammortizzatori sociali e ad oggi sono 9 i giorni lavorativi di stop al mese. Dall’incontro al Ministero delle Imprese svolto il 25 giugno scorso non è emerso niente di nuovo: Beko - prosegue il deputato Pd- ha sottolineato solo il calo degli ordinativi per quanto riguarda la fabbrica toscana. Lo scenario rimane quindi incerto e le recenti notizie sulla potenziale chiusura del sito produttivo di Yate, vicino a Bristol, con 150 dipendenti non sono sicuramente rassicuranti. Vogliamo che il Governo Meloni si attivi concretamente per avere certezze sul futuro e chiarire definitivamente quali saranno le iniziative che metterà in campo se la multinazionale non escludesse delocalizzazioni anche nel nostro paese”: conclude Emiliano Fossi.
La destra non ha più scuse
"Abbiamo presentato nuovamente un emendamento che toglie il pedaggio tra il casello di Rosignano - San Pietro in provincia di Livorno almeno fino alla completa realizzazione della strada Tirrenica. Si tratta di una norma di buonsenso che eliminerebbe un’assurda tassa (peraltro anche aumentata con il Governo Meloni) che gli automobilisti sono costretti a pagare per soli tre chilometri". Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera Marco Simiani.
"Siamo convinti della bontà della nostra Iniziativa: Regione Toscana, comunità locali, enti territoriali, esponenti politici di maggioranza ed opposizione si sono infatti espressi contro questa gabella. Speriamo che questa volta, rispetto ai mesi scorsi, la destra appoggi la proposta senza alimentare polemiche sterili. Dal momento che ad oggi la Tirrenica, nonostante le false promesse di Salvini, non è stata finanziata e non esistono tempistiche certe sul suo completamento il pedaggio tra Rosignano e San Pietro va tolto. Basta scuse!", conclude Marco Simiani.
Migliaia di malati di gioco d’azzardo in carico al ssn
“Non sentivamo davvero il bisogno di questa novità. Ma l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha immesso sul mercato ben nove nuovi gratta e vinci, i cosiddetti Multiprice Epsilon perché sono di tutti i prezzi, dai 10 centesimi ai 20 euro, quello più caro può fare vincere fino a 100 mila euro. E la novità è che questi biglietti si comprano e si giocano online, senza più intermediari e come dice qualcuno "comodamente seduti sul divano". Lo dichiara Stefano Vaccari deputato del Pd.
“Non dobbiamo spiegare la pericolosità di tutto questo, nemmeno più la deterrenza dello sguardo degli altri, mentre in casa, da soli davanti ad un PC, cadono tutti i freni inibitori e le dipendenze si acuiscono.
Per questo è folle scrivere, come fa un pezzo su "il Veggente", "un'estate all'insegna del divertimento", e “attenzione che potrebbe creare dipendenza”, ma quale divertimento? Ma come si fa a ironizzare sulla dipendenza in positivo quando ci sono migliaia di malati di azzardo in carico al servizio sanitario nazionale? Vediamo solo grossi pericoli. Per tutti, in particolare per i più giovani e i più fragili. Non ne sentivamo davvero il bisogno. Per il Governo tutto a posto?”, conclude Vaccari.
“Difficile trovare le parole per commentare questa retromarcia un po’ fantozziana e umiliante. Le osservazioni che avevamo sollevato (l’esclusione dei club dalle coppe europee e l’estromissione dell’organizzazione dei campionati europei 2032) sono diventate realtà e hanno costretto la maggioranza e il Governo a una precipitosa ritirata che genera una storica brutta figura per lo sport italiano. Abbiamo contestato nel metodo e nel merito, fin dal primo istante. Nel merito: un emendamento a un decreto legge per uno dei provvedimenti più impattanti nella storia del calcio italiano? Il calcio e i suoi milioni di tifosi, non meritano di più? E poi nel merito: il Partito Democratico non crede e mai crederà che lo spessore di un portafoglio determini il diritto di un potere superiore. Per noi il calcio è una cosa seria e non merita la sciatteria che abbiamo visto negli ultimi giorni” così il deputato democratico,
Responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto.
Vaccari (Pd): Nessuna misura per combattere il male assoluto del caporalato_
“Siamo all’ennesima fiducia su un provvedimento che avrebbe meritato ben altre attenzioni: approfondimento e confronto che non ci sono stati perché la maggioranza considera il Parlamento un passa carte o peggio ancora la lunga mano del governo. Il decreto agricoltura è un provvedimento omnibus che interviene con misure spot senza prevedere alcun intervento di lungo periodo capace di dare risposte strutturali alle emergenze di cui l’agricoltura ha bisogno. Un decreto tardivo e insufficiente, che affronta solo la gestione ordinaria condendola di qualche 'mancetta' per fare propaganda sui territori. Così non si vuole bene al comparto agricolo italiano”. Lo dichiara il deputato Stefano Vaccari, Capogruppo democratico in Commissione Agricoltura, esprimendo il voto negativo del Pd sul Dl Agricoltura alla Camera.
“È un provvedimento – continua Vaccari - che non interviene sulla crisi idrica e sulla siccità perché per il governo non sono un problema; che non combatte la peste suina ma nomina nuovi commissari, che invoca l'intervento dell’esercito e non si attiva per ridurre drasticamente per il numero dei cinghiali. Non affronta il male assoluto del caporalato, un sistema che per 4 euro l'ora ha sfruttato il lavoro di Satnam Singh e lo ha ucciso nell'indifferenza e nell'ipocrisia delle istituzioni che fanno leggi avanzate di tutela e poi non le dotano dei mezzi e delle risorse necessarie. Per combattere il caporalato e lo sfruttamento sul lavoro servirebbe un colpo d'ala: via la Bossi-Fini, si applichi davvero la legge 199/2016 per respingere l'assalto dei carnefici e si costituisca un DURC di congruità, così come è stato fatto in edilizia, cioè uno strumento che metta in relazione il tipo di coltura che viene fatto con la manodopera che è necessaria”.
Casu, Barbagallo e Simiani: potenziare uffici per rispondere a numerose richieste
“Le imprese di trasporto italiane iscritte al Registro Elettronico Nazionale (REN), a partire dal 15 luglio, dovranno registrare nel nuovo applicativo "Ren-Noleggi" le locazioni dei veicoli senza conducente per adempiere all'obbligo inizialmente fissato a gennaio. Per farlo, dovrebbero potersi rivolgere anche alle Motorizzazioni Civili territorialmente competenti. Tuttavia, gli uffici delle motorizzazioni, già alle prese con una riduzione del personale pari al 50% negli ultimi dieci anni e con gravi ritardi nel processo di trasformazione digitale, non dispongono di risorse umane sufficienti per contribuire a garantire alle imprese un corretto utilizzo del sistema REN-Noleggi. Queste difficoltà comportano costi aggiuntivi e un aggravio non più tollerabile per il settore del Trasporto Merci costretto a rivolgersi a operatori professionali autorizzati. Servono subito risorse pronte e qualificate, anche attraverso la possibilità di reclutare personale attraverso lo scorrimento delle graduatorie, e avviare finalmente un processo di completa digitalizzazione indispensabile e non più rinviabile. Per questo motivo il gruppo del Partito Democratico della Camera ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro Salvini per chiedere al Governo di potenziare gli uffici delle motorizzazioni civili e offrire finalmente servizi efficaci ed efficienti a tutte le cittadine e i cittadini che lavorano quotidianamente sulle nostre strade. L’interrogazione parlamentare è promossa dai deputati Andrea Casu, Anthony Barbagallo e Marco Simiani”.
“Le faccette della premier Meloni vanno fortissime in giro per il web (e sui giornali di mezzo mondo). La politica estera italiana era altra cosa”. Così su X la deputata democratica, Lia Quartapelle, rilancia il video pubblicato sui social dal caporedattore del Financial Time a Bruxelles che riprende la presidente del consiglio italiano mentre attende Stoltenberg e Biden e si spertica in mille faccette. Ecco il video:
https://x.com/HenryJFoy/status/1811412483610996808
“Nessuna risorsa per le opere della Toscana necessarie per garantire le risorse idriche e contrastare il dissesto idrogeologico, in un provvedimento peraltro dove vengono finanziate altre opere simili in numerose regioni”. Lo dichiarano i deputati dem Emiliano Fossi e Marco Simiani in merito agli ordini del giorno al Decreto Agricoltura respinti oggi.
“Gli interventi - concludono Fossi e Simiani - avrebbero riguardato, nello specifico, il fiume Albegna in provincia di Grosseto, il torrente Marinella e il fiume Bisenzio in Provincia di Firenze, il torrente Falchereto in provincia di Pistoia ed il Rio San Bartolomeo in provincia di Pisa. La destra sta evidentemente penalizzando solo la Toscana, già colpita duramente da siccità e alluvioni. Siamo di fatto sconcertati da un'azione punitiva nei confronti della nostra Regione. Dopo gli emendamenti al decreto bocciati sia alla Camera che al Senato viene chiusa ogni possibile trattativa da un governo palesemente ostile. Il rammarico più grande è stato però il comportamento dei colleghi di maggioranza eletti nei nostri territori che ancora una volta si sono girati dall’altra parte”.
"Intitolare l'aeroporto di Malpensa a Berlusconi è un colpo di mano di Salvini, ma anche di Enac che non ha tenuto in alcuna considerazione le tante voci che in questi giorni si sono alzate, pure attraverso delle petizioni on line, contro questa decisione che spacca l'opinione pubblica come la spaccava lo stesso Berlusconi.
Tra queste anche quella del Comune di Milano, socio di Sea la società che gestisce l'aeroporto. Uno schiaffo, tra l'altro, alle tante donne di questo Paese che negli anni hanno ritenuto offensivo il suo modo di rapportarsi al femminile e le battute sessiste che il fondatore di Forza Italia dispensava sia in pubblico sia in privato. Nella storia del nostro Paese ci sono molte figure autorevoli che uniscono il Paese invece di dividerlo - donne incluse - a cui poter dedicare un aeroporto. Solo Matteo Salvini poteva fare una tale scelta". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Foti faceva lezioni al Pd su coperture legge Schlein, si vergoni e si scusi pubblicamente
“Il parere contrario delle Regioni al dl liste d’attesa è una sonora bocciatura di cui Palazzo Chigi non può far finta di niente. Meloni e Schillaci sono stati sfiduciati anche dai loro presidenti di regione perché il decreto non risolve i problemi della sanità e non ha adeguate coperture finanziarie” così il capogruppo democratico nella commissione Affari sociali della Camera e responsabile welfare del Pd, Marco Furfaro. “Il decreto aveva solo finalità elettorali – aggiunge il dem - ed è stato presentato unicamente per cercare di coprire in modo goffo la legge Schlein che rappresentava una risposta determinata e concreta alla richiesta di un SSN efficiente, universale e accessibile, al fine di salvaguardare il diritto alla salute di tutti i cittadini. Il capogruppo di Fdi, Foti, che faceva la lezioncina al Pd sulle coperture economiche della legge Schlein dovrebbe scusarsi pubblicamente e vergognarsi davanti a questa sonora bocciatura”.
Le Regioni bocciano il decreto liste di attesa. Il bluff di un provvedimento che non mette un euro per garantire prestazioni sanitarie adeguate e per assumere personale, non regge. Chi amministra - anche a destra - sa che non bastano gli annunci per salvare il servizio sanitario.
Lo scrive su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati