“Abbiamo chiesto in commissione Lavoro che la ministra Daniela Santanchè venga immediatamente in Aula. Votiamo il dl lavoro, che interviene anche nel settore del turismo, facendo un regalo enorme alle imprese attraverso la detassazione degli straordinari e dei turni notturni a carico della fiscalità generale. Quasi una norma ad personam: pertanto chiediamo che venga immediatamente a riferire in Aula”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, durante l’esame del decreto Lavoro, che procede a rilento, senza che si sia ancora votato un emendamento dopo 50 minuti dall’inizio dei lavori.
Il collega Molinari, sempre attento, questa volta si è distratto e gli è sfuggito qualche passaggio. Forse è dovuto al fatto che né la Lega né gli altri partiti di maggioranza si siano presentati in commissione Esteri in occasione dell'ultima seduta, per fuggire dalle proprie responsabilità ed evitare spaccature interne. Ci permettiamo di ricordare che l'iter in commissione non è appena iniziato ma si è appena definito con l'approvazione del testo base a prima firma del Partito democratico. Il disegno di legge è calendarizzato il 30 giugno in assemblea ed è diritto delle opposizioni ottenerne l'esame. È ora che governo e maggioranza si assumano le proprie responsabilità, invece di continuare a fare il gioco delle tre carte con argomenti e azioni strumentali che non fanno bene alla credibilità del nostro Paese.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
Se il Gay pride ha una connotazione “politico-ideologica”, come dice in una nota di oggi la deputata di Fratelli d'Italia Carolina Varchi, è perché curiosamente c’è una parte politica che ritiene che ci sia chi non abbia diritto ad essere ciò che è. Che non sia un* cittadin* che possa chiedere libertà e diritti. E che la sua presenza, basti, per arrecare offesa al partito di Governo.
In realtà il Pride non è una manifestazione politica, è solo un momento di orgoglio, gioia e condivisione e fanno bene quegli enti che forniscono patrocinio. Ha fatto bene il Comune di Palermo, perché non ha fatto altro che sostenere un evento che ha oggi anche una sua funzione importantissima nella società.
Credo che il problema di Varchi sia un altro: ogni cosa che non piace ai suoi non può e non deve esistere. E se esiste, deve restare lontano dallo sguardo. Che non dia fastidio.
Così la deputata del Pd Giovanna Iacono.
Non c’è niente da formalizzare per avere in Aula la Ministra Santanché. Le opposizioni glielo chiedono da giorni e ora anche il Governo di cui fa parte. Venga in Aula a spiegare i comportamenti inaccettabili verso i lavoratori delle sue aziende e a rispondere alle domande del Partito Democratico.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
Non potevamo mancare oggi in Piazza del Popolo, al fianco della CGIL e di tantissime altre associazioni, realtà sociali e politiche, cittadine e cittadini, per il diritto alla salute e per la difesa e il rilancio della sanità pubblica.
Salute è accesso e qualità del servizio sanitario nazionale. Salute è sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro. Salute è benessere psicologico. È un diritto universale, che va garantito a chiunque a prescindere dal reddito. Da questo governo abbiamo visto solo tagli, immobilismo, spinte alla privatizzazione: oggi siamo in piazza.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
"Il governo - nonostante il Covid abbia mostrato tutta la debolezza del nostro sistema sanitario, nonostante ci siano milioni di italiani che non riescono a curarsi per mancanza di reddito o per liste di attesa infinite - ha deciso di definanziare la sanità pubblica.
Il disegno è chiaro: si curerà bene e subito chi potrà permettersi di pagare un privato. Gli altri, non gli interessano.
Noi siamo in piazza per combattere questa follia. E per riaffermare il valore della sanità pubblica. Il diritto alla cura è previsto dalla Costituzione e deve essere garantito a tutte e tutti, non può essere determinato dalla dichiarazione dei redditi".
Lo scrive in un tweet Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione affari sociali e componente della segreteria nazionale.
"Difficoltà nella maggioranza sono sempre più evidenti"
Non bastavano gli scontri nella maggioranza con le insistenze per un chiarimento da parte della Santanchè, oggi emerge come anche all’interno di FdI ci sia gran confusione. La presidente Meloni auspica che la
Ministra venga in Parlamento a chiarire, mentre il suo fido capogruppo alla Camera Foti diceva che non ce n’era bisogno. Insomma il caos aumenta come su Mes e Pnrr e le difficoltà di governo e maggioranza sono sempre più evidenti.
Così Simona Bonafé, vicecapogruppo vicario dei deputati del Pd.
"È davvero incredibile che la ministra Santanché non senta il dovere di dimettersi e che la Presidente del Consiglio continui a tacere. La credibilità delle istituzioni non può essere sacrificata a ragioni di partito. Vengano in Parlamento a rispondere alle nostre interrogazioni, smettano di fuggire".
Così Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd.
"Istituzioni ritrovino compattezza per raggiungere insieme l'obiettivo"
Il segnale di presenza del gruppo parlamentare del PD oggi in visita nei territori colpiti dall'alluvione vuole significare non solo la vicinanza alle popolazioni, agli amministratori e alle imprese della Romagna, ma soprattutto un impegno serio nel lavoro parlamentare e politico che abbiamo davanti. Da un lato per migliorare il decreto e dall’altro per continuare a chiedere che il Governo faccia presto.
Si rischia che strade e scuole non siano pronte per settembre e questo non possiamo permetterlo. Così come è necessario garantire il pieno sostegno a un sistema produttivo che è perno per il nostro Paese.
Quindi, silenziando chi anche oggi specula politicamente sul dramma romagnolo, le Istituzioni ritrovino compattezza per raggiungere insieme l’obiettivo.
Questa sfida si vince solo insieme.
Così la deputata del Pd Ouidad Bakkali.
"Quindi per il Ministro Fitto chi osa criticare o esprimere dubbi sull'autonomia differenziata è un piagnone? Eppure in queste settimane le perplessità sugli effetti di questo disegno continuano ad emergere da più parti. Quali sarebbero le sfide da cogliere secondo il Ministro? Ma come si fa a non vedere che ci troviamo dinanzi ad una proposta antistorica? L' Europa, con il PNRR, ci offre la possibilità di rafforzare la coesione territoriale e di ridurre le disuguaglianze, e il Governo che fa? Sta rischiando di farci perdere questa straordinaria opportunità. Stanno facendo nascere un vero e proprio diritto differenziato, ovvero l'idea che diritti e opportunità dipendano dal luogo in cui si nasce, e questo per il PD è un concetto inaccettabile. Noi continueremo a difendere il Mezzogiorno, lo faremo con una battaglia popolare e trasversale che avrà tra i suoi appuntamenti centrali la manifestazione che terremo a Napoli il 14 e 15 luglio". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
"Nonostante siano passate settimane dalle alluvioni la devastazione in Emilia è ancora tangibile e la situazione rimane drammatica. Interi centri abitati sono invasi dal fango, le attività quotidiane non sono ancora a regime e moltissime imprese sono in ginocchio": è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, dopo aver preso parte oggi, venerdì 23 giugno, ad un sopralluogo sui territori colpiti dal maltempo insieme ad una delegazione di deputati del Partito Democratico.
"La prossima settimana continueremo ad esaminare in Parlamento il Decreto alluvioni. Ci aspettiamo da governo e maggioranza sensibilità e responsabilità verso un territorio che ha perso tutto e che ha bisogno di risorse adeguate e norme certe per ripartire": conclude Marco Simiani.
Presidente Meloni, basta tergiversare, nomini subito il commissario per la ricostruzione dell’Emilia Romagna. In visita alle zone alluvionate della Romagna con una delegazione dei parlamentari Pd - Andrea Gnassi, Ouidad Bakkali, Stefano Vaccari, Andrea De Maria, Marco Simiani, Andrea Casu - abbiamo raccolto il grido d’allarme di sindaci, amministratori, imprenditori e cittadini. A due mesi dai tragici eventi si sono potute dare risposte solo alla prima emergenza, mentre manca una progettualità per la ricostruzione e la ripresa. Ci sono zone fortemente colpite come quelle che abbiamo visitato - Modigliana, Faenza, Forlì - che hanno bisogno urgente di interventi sulla viabilità, sulla messa in sicurezza di frane e argini per evitare l’isolamento e l’abbandono dei territori collinari. Le risorse previste dal decreto legge, l’unico atto concreto varato dal Governo, sono molto meno di quelle promesse dalla premier in visita a favor di telecamere e non bastano. Ce l’hanno ribadito i sindaci impegnati in prima fila a fianco dei loro cittadini e gli imprenditori che stanno cercando di ripartire nelle loro attività. Noi lavoreremo in Parlamento, anche dal l’opposizione, per dare queste risposte. La destra al Governo smetta di fare la guerra all’Emilia Romagna e si occupi di far partire la ricostruzione.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Il deputato del Partito Democratico ha presentato un pacchetto di proposte per cambiare il decreto
“No ai licenziamenti comunicati via whatsapp, no alla delocalizzazione dei macchinari, sì al finanziamento con il Fondo per la crescita sostenibile il piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche dovute alla chiusura degli stabilimenti”.
A chiederlo è Emiliano Fossi, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Lavoro, che ha presentato un pacchetto di emendamenti al decreto lavoro del Governo.
“I datori di lavoro delle aziende con più di 250 dipendenti che sono intenzionati a chiudere una sedee prevedono un minimo di 50 licenziamenti - dice Fossi - devono dare comunicazione per scritto dell'avvio della procedura a sindacati, regioni interessate, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero delle imprese e del made in Italy Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, disponendo l’aumento da 180 a 240 giorni del termine dilatorio tra la comunicazione e l’avvio della procedura, pena la nullità dei licenziamenti stessi. Basta quindi con le chiusure e i licenziamenti comunicati tramite Whatsapp. Inoltre, proponiamo che il piano, per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura degli stabilimenti, venga finanziato con il Fondo per la crescita sostenibile istituito nel 2012. Prevedendo che sia aumentato del 700% il contributo (attualmente fissato al 500%), dovuto dal datore di lavoro in caso di licenziamento qualora non vi sia la sottoscrizione del piano per limitare le ricadute occupazionali da parte delle organizzazioni sindacali”.
“Proponiamo anche di prevedere che alle imprese che cessano definitivamente l’attività produttiva, con contestuale riduzione del personale superiore al 40% di quello impiegato nell’ultimo anno - continua Fossi - venga preclusa la possibilità di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni fino a che non abbiano restituito gli incentivi pubblici ricevuti”.
“Tra le nostre proposte - ricorda il deputato Pd - anche quella per incrementare la dotazione del Fondo per la crescita sostenibile da 2 a 20 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2024. Tali risorse sono destinate al finanziamento degli interventi a sostegno della nascita e dello sviluppo di imprese cooperative costituite dai lavoratori per il recupero di aziende in crisi e per i processi di ristrutturazione o riconversione industriale”.
"Non stupisce che trovi il tempo di occuparsi di cosa fanno gli altri"
Mentre in 600 giorni il Sindaco Gualtieri ha ottenuto e sta realizzando il più grande ciclo di investimenti degli ultimi decenni per rilanciare Roma dopo anni di declino, Calenda in 600 giorni è riuscito a dimettersi dal Parlamento Europeo, perdere le elezioni a Sindaco di Roma senza nemmeno arrivare al ballottaggio per poi dimettersi da consigliere comunale, a fare e disfare in 48 ore un accordo nazionale col PD per le elezioni nazionali contribuendo a spianare la vittoria della destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini risultando determinante in moltissimi collegi e, dulcis un fundo, ad annunciare l’ennesimo nuovo partito per poi successivamente litigare con il nuovo compagno di viaggio Matteo Renzi talmente tante volte da provocare una fuga di massa dalla sua lista precedente. Un campione, davvero. L’unica cosa certa è che nello stesso tempo nessuno si ricorda un singolo atto o un risultato da parte di Calenda utile a Roma. Non ci stupisce, quindi, che trovi il tempo per occuparsi di quello che fanno gli altri. Peccato che nessuno possa fare altrettanto con lui, visto che una conferenza stampa sugli ultimi 600 giorni di Calenda sarebbe totalmente inutile anche perché non ci sarebbe nulla da dire.
Così Andrea Casu, deputato e segretario del Pd di Roma.
Bignami dove sei? Perché oggi i deputati del Pd sono in Romagna nelle zone colpite dalle alluvioni a raccogliere l’allarme per quello che ancora non si è fatto: mancano i fondi e manca un commissario. Due mesi, Bignami. Comuni con bilanci in pericolo e cittadini e imprese ancora in attesa di aiuti. Il problema non sono gli amministratori, ma un governo assente e indifferente.
Così in nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera oggi in Emilia Romagna con una delegazione di deputati Pd