“Ci troviamo di fronte alla vertenza di un intero territorio ed è disdicevole che l’appello rivolto dai sindaci non sia stato raccolto dai parlamentari. Davanti a una richiesta dei primi cittadini con fascia tricolore ci si dovrebbe togliere il cappello. Si tratta di una battaglia popolare e non stare al loro fianco e sciocco e miope politicamente. Decreto Crescita alla Camera e Decreto Sblocca Cantieri al Senato sarebbero entrambi strumenti utili per affrontare e risolvere le questioni sul tappeto, a partire da quella sui pedaggi. Avendo una scadenza così prossima, se il ministero, il governo, la maggioranza, intendessero utilizzare uno strumento parlamentare dovrebbero muoversi subito, ma non abbiamo avuto alcuna risposata su questo. Anzi, sul decreto Crescita la maggior parte degli emendamenti sono stati dichiarati inammissibili. Nel Decreto Cantieri c’è un emendamento che riguarda il Gran Sasso, con i 124 milioni per gli interventi di impermeabilizzazione e la nomina del commissario. Mentre non c’è la restituzione dei soldi scippati che riguardano la sicurezza. Sulle tariffe invece non c’è proprio nulla. Incalzare il ministro delle Infrastrutture è necessario, dopo mesi in cui in maniera incomprensibile si cerca una interlocuzione senza trovarla. Cosa farà Toninelli, farà spuntare dal cappello una soluzione come fosse un coniglio magico? Noi intanto ci siamo e continueremo insieme questa battaglia”. Così Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo alla conferenza stampa dei sindaci di Abruzzo e Lazio a Montecitorio sulla vertenza pedaggi e sicurezza nell’Autostrada A24-A-25.
“Da oggi in Parlamento inizia il suo iter un provvedimento che rappresenta un passo in avanti atteso da tempo e che riguarda I mezzi di soccorso, della protezione civile, del volontariato e del Terzo settore con la previsione di esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale”. Lo dichiara Raffaella Paita, capogruppo in Commissione Traporti alla Camera e firmataria dell’emendamento inserito nel testo unificato di proposta di riforma del Codice della strada che prevede appunto l'esenzione dal pagamento del pedaggio per le ambulanze, per i veicoli a targa Cri, per quelli della Protezione Civile e delle organizzazioni di volontariato appartenenti a reti nazionali e degli enti del terzo settore impegnati nello svolgimento di attività istituzionali.
“Si tratta di un traguardo importante perché la norma consentirà un significativo risparmio di risorse, che potranno essere utilizzate nel rafforzamento delle proprie attività. Siamo dunque felici che una battaglia per cui ci siamo a lungo battuti stia per concretizzarsi e da cui il settore del soccorso potrà trarre indubbi benefici”, conclude.
Accorpamento con Mipaaf scelta dannosa
"In tempi di crisi economica e occupazionale il governo delle non scelte si permette di mortificare, di prendere a pesci in faccia, un comparto, quello del turismo che vale almeno 117 miliardi di euro. Come avevamo ampiamente previsto l’accorpamento del Turismo al ministero dell’Agricoltura si è rivelata una scelta non solo infelice ma anche dannosa. Il settore turismo, infatti, è privo di personale adeguato e quindi ad oggi non è ancora operativo: lo ha confermato proprio oggi in audizione in commissione alla Camera Caterina Cittadino, che di quel dipartimento di fatto vuoto del ministero delle Politiche agricole è a capo. Ad un anno dalla riorganizzazione dei ministeri, la macchina che dovrebbe pianificare e coordinare uno dei comparti strategici del Paese è ancora ferma al via. Per il gusto di cambiare il precedente assetto dei ministeri e per i capricci interni del governo, il settore turistico resta ancora senza una guida. E dire che tra le promesse di campagna elettorale c’era quella di istituire un ministero dedicato, non certo un dipartimento oltretutto vuoto.
Il governo non è interessato, naviga a vista: il primo e unico provvedimento, infatti, all’esame è una legge delega al governo, quindi in sostanza delle linee guida sul riordino delle professioni turistiche e sulla classificazione degli alberghi. Eppure l’esecutivo aveva a disposizione un Piano strategico 2017/2022, finalizzato a promuovere un'azione coordinata e un indirizzo strategico nel settore turistico e redatto con la partecipazione delle istituzioni pubbliche, degli operatori di settore, degli stakeholders e delle comunità. Un Piano che questo governo non ha mai preso in considerazione e che non ha ancora finanziato. Come al solito spenti i riflettori delle campagne elettorali si torna alla desolante realtà nella quale il problema di base è che la maggioranza e soprattutto il governo non lavorano".
Lo afferma Sara Moretto, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
"Confidiamo che la notizia, al momento ancora ufficiosa, che l'Inps avrebbe definito i protocolli necessari a sbloccare l'erogazione delle prestazioni economiche accessorie riguardo al sistema termale, venga al più presto confermata e diventi notizia ufficiale". Lo dichiarano in una nota congiunta il vicepresidente Pd della commissione Attività produttiva di Montecitorio, Gianluca Benamati e il capogruppo Pd in commissione Affari sociali, Vito De Filippo, a seguito della notizia apparsa su alcuni organi di stampa secondo cui l'Inps, a differenza dell'Inail, non aveva firmato i protocolli operativi specifici riguardanti la ripartizione degli oneri tra servizio sanitario nazionale e gli enti previdenziali e assicurativi al fine di garantire il diritto alle cure termali, con conseguente rischio di non concedere il rimborso delle spese di viaggio e soggiorno, che sono appunto prestazioni economiche accessorie, a quelle persone che si curano alle terme secondo prescrizione medica.
"A seguito delle insistenze di Federterme e degli organismi di settore - proseguono i deputati Pd - non solo l'Inps avrebbe definito i protocolli per sbloccare le prestazioni economiche accessorie, ma sarà anche definito a breve il nuovo capitolato per il triennio 2019-2021. La stagione 2019 partirà in ritardo ma le prestazioni dovrebbero essere salve e auspichiamo con forza che lo siano".
A fine marzo fu chiaro che il +1% di crescita del Pil previsto dal governo per il 2019 non si sarebbe mai realizzato: le stime più ottimistiche davano al massimo lo 0,2%. Da qui il crollo di tutte le storie raccontate fino a quel momento: le misure salvifiche tanto sbandierate - a cominciare da ‘quota 100’ e reddito di cittadinanza - non avrebbero smosso il Paese dalla stagnazione (se va bene) o recessione (più probabile) nella quale era precipitato. Ma niente paura: il governo M5S-Lega aveva la soluzione. “Approviamo un decreto - devono aver pensato alla Casaleggio - e chiamiamolo ‘Decreto Crescita’”. E così a inizio aprile il consiglio dei ministri approvò un testo frettolosamente definito “Crescita”. Ma per 25 giorni nessuno ne vide mai il contenuto. Solo il 30 aprile comparve magicamente in Gazzetta Ufficiale.
“Di quanto aumenta la crescita del Pil nel 2019?” chiedemmo in quei giorni. “Dello 0,05%”, rispose il governo (e lo ha scritto nero su bianco nel Def 2019). Portiamolo in Parlamento e discutiamo, magari riusciamo a farne qualcosa di buono, o perlomeno a limitare i danni. Da allora sono passati 35 giorni. E ancora il governo è incapace di presentare al Parlamento un testo chiaro e definitivo di questo decreto. Poco fa, per l’ennesima volta, il governo ha dichiarato di non essere pronto, e ha rinviato i lavori delle commissioni competenti (Bilancio e Finanze) a lunedì.
Nel frattempo non dovrebbe suscitare particolare stupore il fatto che le crisi industriali non hanno soluzione, che aumentano i lavoratori che perdono il posto (i dati Istat ci confermano che dal giuramento del governo Conte ci sono 32 mila occupati in meno), che le prospettive di crescita del Pil siano sempre più deboli e che lo stato delle nostre finanze pubbliche si deteriori pesantemente. Perché questo accade quando un Paese, nei fatti, non è governato. La situazione sta sfuggendo rapidamente di mano. Sta per iniziare un’estate in cui andranno in scadenza decine di miliardi di titoli di Stato, e in cui - dati gli scambi più rarefatti - minimi movimenti di mercato possono provocare aumenti consistenti del costo di rifinanziamento del nostro debito pubblico. E, come conseguenza, pesanti ricadute sul nostro sistema bancario, che proprio ora cominciava a riprendersi.
Lo afferma Luigi Marattin, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera.
“È un ringraziamento doveroso e sentito quello che dobbiamo all’Arma dei Carabinieri per i 205 anni di servizio al Paese”.
Lo dichiara Emanuele Fiano, deputato del Partito Democratico
“L’Arma rappresenta un punto di riferimento essenziale per la sicurezza, la legalità ed il rispetto della Costituzione. La loro presenza costante in ogni angolo del Paese, la loro vicinanza ai cittadini è, e deve rimanere, - conclude Fiano - patrimonio di tutti, a garanzia della nostra Repubblica”.
"Il modo con cui maggioranza e governo hanno condotto i lavori nelle commissioni sul Dl crescita è lo specchio dello sbando in cui si trova l’esecutivo e verso il quale stanno portando il Paese. Non sono d’accordo su niente e sono stati capaci solo di rinviare a oltranza invece di affrontare i nodi del provvedimento. E’ inaccettabile che per un misto di incompetenza e inaffidabilità venga paralizzata la Camera per giorni e giorni, e ancora non si vede la fine. Un’altra prova che questo governo deve smettere di fare danni alla nostra economia e alla nostra democrazia".
Lo ha dichiarato il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio.
“Eravamo stati, purtroppo, facili profeti. Del resto, non occorreva consultare un oracolo per capire che il governo M5s-Lega stava portando l'Italia a sbattere contro un muro. Il fatto che oggi la Commissione europea ritenga giustificata una procedura per debito eccessivo nei confronti dell’Italia è l’ovvia conseguenza delle politiche economiche profondamente sbagliate e dannose adottate dal governo Conte. Il problema non è rappresentato da ciechi parametri europei che rappresentano dogmi immutabili e deleteri per l'Italia, come vorrebbero far credere Lega e M5S. Il dramma è tutto interno al nostro Paese, in quanto è rappresentato da misure economiche in deficit, che incrementano la spesa ordinaria e quindi il debito pubblico, senza produrre però alcun effetto positivo in termini di crescita, investimenti, sviluppo e lavoro. Sono queste misure che spaventano i mercati, determinano l'aumento dello spread a discapito di imprese e famiglie, e mettono a rischio la tenuta economico-finanziaria del Paese indebolendo pesantemente i nostri conti pubblici. Il governo Di Maio-Salvini è pienamente responsabile di queste scelte drammatiche che l'Europa si limita semplicemente a constatare e certificare. Il governo ne prenda atto e cambi rotta per il bene degli italiani. Non c’è più tempo da perdere”.
Così Piero De Luca, capogruppo Dem in commissione Politiche europee alla Camera.
Nuova interpellanza al ministro dei Beni e delle Attività Culturali
“La situazione del Teatro Regio rischia di divenire irreversibile. Prorogare fino a settembre l’incarico del sovrintendente Graziosi, la cui gestione inadeguata ha aggravato un quadro occupazionale già critico a causa del Decreto Dignità che penalizza dipendenti e direttori in scadenza di contratto, significherebbe distruggere la credibilità internazionale dell'ente musicale e compromettere la continuità dell’offerta artistica. ll fatto che a oggi non sia stata ancora presentata la stagione 2019-2020 è un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato. Ci appelliamo al ministro Bonisoli affinché intervenga tempestivamente per risollevare le sorti di un tempio mondiale dell’opera lirica”.
Lo chiedono le deputate del Pd, Silvia Fregolent e Chiara Gribaudo, in una nuova interpellanza parlamentare al Ministro dei Beni e delle attività cultuali.
"E’ ormai chiaro - aggiungono Silvia Fregolent e Chiara Gribaudo - che l’amministrazione comunale di Torino non sia più in grado di gestire i problemi. Chiediamo al ministro di valutare la possibilità di commissariare l’ente ed emanare al più presto, come peraltro ha promesso da mesi, un provvedimento che possa superare il blocco dei contratti a tempo determinato, introdotto dallo scellerato Decreto Dignità, che sta gravemente compromettendo l’attività e la sopravvivenza stessa del Teatro Regio e di tutte le fondazioni lirico sinfoniche italiane”.
“L’audizione tenutasi oggi in commissione Lavoro ha confermato quanto denunciavamo da tempo: le norme inserite dal governo al comma 1.126 della Legge di Bilancio violano i diritti dei lavoratori vittime di infortunio sul lavoro e rischiano di essere incostituzionali. Anziché continuare a negare, come ha fatto Di Maio quando lo abbiamo interrogato sul tema, la maggioranza consenta al Parlamento di lavorare per correggere quelle norme che tagliano i risarcimenti ai lavoratori e ai loro familiari, prima che debba farlo la Consulta”.
Così la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo, a margine dell’audizione sui temi della sicurezza sul lavoro e sul ruolo dell’Inail.
Nuova interrogazione a ministro Lavoro e Sviluppo Economico
“Con Unilever ci troviamo davanti alla cronaca di una morte annunciata, davanti alla quale il governo non ha fatto nulla. I 76 licenziamenti e il mancato rinnovo del contratto nello stabilimento di Sanguinetto fanno seguito alle 28 uscite dello scorso anno, per le quali avevo già sollecitato il governo affinché intervenisse in una grave crisi aziendale e occupazionale del territorio veronese. Ma nulla è stato fatto”.
Lo dichiara la parlamentare veronese Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, firmataria di un’altra interrogazione al ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico
“I licenziamenti collettivi, che porteranno al dimezzamento degli addetti dello stabilimento, sono frutto di una delocalizzazione della produzione in Portogallo, dove è abbattuto il costo del lavoro – spiega la deputata Dem -. In un anno di appelli alla Regione, al Comune e ai ministeri competenti, per trovare una soluzione positiva per i lavoratori e per il sistema produttivo del territorio, prendiamo tristemente atto che c’è stato un colpevole disinteresse”.
“Questa mattina è iniziato lo sciopero dei lavoratori Unilever, inoltre ci sarà un incontro tra rappresentanze sindacali e i vertici aziendali, ma del governo non c’è traccia. Non si possono lasciare soli i lavoratori, perché in questo momento sono messi a repentaglio non solo la sopravvivenza economica di 77 famiglie, ma un intero comparto con le loro professionalità. – conclude Rotta - Chiediamo al governo un moto di responsabilità”.
Oggi, mercoledì 5 giugno, ore 16.00, Sala Stampa Camera dei Deputati
Proposta di legge su: “Introduzione dell’articolo 582-bis del codice penale, in materia di lesioni personali nei confronti di medici e personale sanitario”
Promuovono l’iniziativa e interverranno i deputati Dem: Marco Lacarra, Paolo Siani, Ubaldo Pagano, Vito De Filippo.
Prenderanno la parola anche: Filippo Anelli, presidente Fnomceo; Bruno Zuccarelli, vice segretario nazionale Anaao Assomed; Enzo Bencivenga, segretario Anaao Assomed-Campania; Ludovico Abbaticchio, presidente nazionale Smi; Maurizio Cappiello, direzione nazionale Annao Assomed -Osservatorio salute e sanità - Città di Napoli.
"Con la disponibilità dell'Unione europea di portare dal 40 al 55 per cento la sua partecipazione al finanziamento del tunnel di base della Torino-Lione, l'Italia risparmierebbe oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro”. Lo dichiara Davide Gariglio, componente Pd in Commissione Trasporti alla Camera.
“A oggi infatti il nostro paese spenderebbe 3 miliardi di euro per la tratta internazionale e 1,7 miliardi di euro per la tratta nazionale ma con la nuova rimodulazione dei finanziamenti da parte dell'Ue i costi si ridurrebbe passando a 2 miliardi di euro e 1,3 miliardi di euro rispettivamente per la parte internazionale e nazionale. Rinunciare ad una opera strategica con costi così ridotti sarebbe una follia”, conclude.
“Con il loro voto contro la decarbonizzazione integrale entro il 2040, Lega e 5 Stelle dimostrano di infischiarsi dei rischi per salute dei cittadini, a partire da quelli de La Spezia”. Lo dichiara Raffaella Paita, deputata del Partito democratico, a proposito del voto contrario di Lega e M5S in Commissione Bilancio alla Camera sulla proposta del Pd di decarbonizzazione integrale entro il 2040.
“Con il voto di oggi – spiega – Lega e M5S contraddicono in modo vergognoso le fondamenta stesse della loro propaganda. I 5 Stelle ammainano la bandiera dell’ambientalismo. La Lega, invece, dimostra un totale noncuranza per la salute dei cittadini del nord, di cui si è sempre detta di fare gli interessi. Tutto è riassunto dalla situazione della Spezia. Oggi Lega e 5 Stelle hanno dimostrato di voler condannare un’intera città alla pericolosa esposizione dell’inquinamento da carbone per chissà quanti anni ancora. E insieme di anteporre gli interessi di Enel alle preoccupazioni degli spezzini”.
“E’ un fatto gravissimo. Noi non ci rassegnano. Se il governo gialloverde non cambia idea, intraprenderemo una durissima battaglia in difesa della salute dei cittadini della Spezia”, conclude.
In 12 mesi zero investimenti, zero lavoro, zero crescita
“La conferenza stampa di Conte è stata la certificazione pubblica dell’inerzia del governo. Un anno buttato al vento per l’Italia che è servito solo alle campagne elettorali della #Lega e del #M5s. il bilancio di questi 12 mesi di governo è pari a zero: zero lavoro, zero investimenti, zero crescita”.
Così il capogruppo democratico Graziano Delrio è intervenuto questo pomeriggio a Sky TG24.