Scuola: Pd, valutare apertura per i più piccoli anche in zona rossa
“Constatiamo con preoccupazione che da qualche settimana, oltre agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia, sono chiusi anche asili e scuole dell’infanzia.
“Constatiamo con preoccupazione che da qualche settimana, oltre agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia, sono chiusi anche asili e scuole dell’infanzia.
“Ci auguriamo tutti che quella che si prospetta nei prossimi giorni sia l’ultima stretta e che con il progredire della vaccinazione si vada verso un futuro in cui si possa tornare alla normalità. Secondo il Presidente Biden, entro l’estate gli Usa saranno fuori dalla pandemia; è questo obiettivo verso cui stiamo lavorando anche noi, come Paese e come PD”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervenendo a Sky Tg24.
“Con imperdonabile ritardo, il Presidente del Veneto, Luca Zaia, chiede la zona rossa dopo che per mesi ha sostenuto che dovevano essere le Regioni a valutare eventuali ulteriori misure restrittive e che non serve un lockdown nazionale. Ora che la curva epidemiologica della Regione Veneto è fuori controllo, che il sistema ospedaliero è al collasso, che il tracciamento è saltato e che i miracolosi tamponi "fai da te" (testati in diretta dal Presidente) si sono rivelati un inganno, il Presidente Autonomista chiede al governo di salvarlo.
“Ringrazio il Prefetto di Torino Claudio Palomba per aver chiarito, in merito agli spostamenti all’interno delle zone rosse, che i clienti di saloni di barbieri e parrucchieri di esercizi situati fuori dal Comune di residenza, sono legittimati a recarvisi nei casi in cui non sia disponibile nel Comune di residenza un servizio analogo o nell’ipotesi in cui nei Comuni vicini vi sia una maggiore offerta, anche in termini di migliore convenienza economica, al fine di assicurare pari opportunità e motivati margini di scelta dei consumatori, ovviamente con il vincolo della ragionevole congruità t
“Sembra che sia ripartito il pressing delle regioni, in particolare di Piemonte e Lombardia, per passare da zona rossa a zona arancione. Badate bene: sono sollevata che in Lombardia la curva dell’epidemia stia rallentando. Mi preoccupa che ancora una volta Fontana stia lavorando per montare la polemica, già vista in questi mesi. Quella cioè in cui lui difende le ragioni della Lombardia produttiva contro il governo che vorrebbe punire la Lombardia e tenerla chiusa”.
Così la deputata dem lombarda, Lia Quartapelle, in un post su Facebook.
“Credo sia giusto dar seguito alla richiesta di Confartigianato Piemonte e di altre associazioni di categoria, affinché si arrivi ad un’interpretazione del Dpcm del 3 novembre, che, su base nazionale, permetta agli abitanti dei Comuni compresi nelle zone rosse, di avvalersi di servizi alla persona e attività artigianali (parrucchiere, lavanderia, autofficina, carrozzeria, gommista) aperti ma ubicati al di fuori del Comune di residenza e/o domicilio”. Lo dice in una nota la deputata dem Francesca Bonomo.
“Il ministro della Sanità è a conoscenza della gravissima emergenza in atto in Abruzzo dovuta al diffondersi della pandemia Covid e non ritiene, nel limite delle sue competenze e di quelle regionali in materia sanitaria, di dover intervenire al fine di garantire il diritto alla salute così come sancito dall’articolo 32 della Costituzione all’interno del territorio abruzzese?”.
È quanto chiede Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, con un’interpellanza urgente rivolta al ministro Roberto Speranza.
“Secondo Salvini, che si conferma campione del garantismo a giorni alterni, cioè solo quando gli fa comodo, il pm che oggi ha sentito il premier Conte avrebbe già emesso la sentenza: la colpa della mancata zona rossa ad Alzano sarebbe del governo, e Conte dovrebbe chiedere scusa. Salvini omette che Conte non è indagato ma è sentito come persona informata dei fatti, che siamo in sede di indagine e non di processo, e che in Italia non sono i pubblici ministeri ma i giudici a emettere le sentenze (e per fortuna).
“Escludere alcune zone rosse colpite duramente dall’emergenza Covid-19 dalla possibilità di ottenere il Fondo di 200 milioni di euro dedicato alle zone maggiormente colpite dall'emergenza coronavirus, tra cui, in Abruzzo i comuni di Arsita, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti e Montefino, Civitella Casanova, Elice, Farindola, Montebello di Bertona, Penne e Picciano e Villa Caldari di Ortona, è stato uno sbaglio. Interverremo durante l’iter parlamentare di conversione del decreto Rilancio per modificarne l’articolo 112.