Pnrr: P. De Luca, per governo Meloni c’è poco da festeggiare, ci sarebbe solo da chiedere scusa agli italiani

  • 24/06/2024

“Dopo mesi passati a riformare la governance per accentrare il controllo a Palazzo Chigi, perdendo di vista l'attuazione dei progetti e degli investimenti, la quarta rata, scaduta il 30 giugno, è stata pagata circa 6 mesi dopo la scadenza. Sulla quinta rata, relativa a progetti da realizzare entro il 31 dicembre 2023, il Governo ha ridotto gli obiettivi da raggiungere da 69 a 52 perché in ritardo sul cronoprogramma. Questo ha comportato una drastica riduzione delle risorse che scendono dai 18 miliardi inizialmente previsti a 10,5 miliardi per la scadenza di fine anno.

Boldrini: Renzi si scusi con l'assessora Monni

  • 27/05/2024

"Chi usa frasi sessiste si qualifica da solo. Come ha fatto oggi Matteo Renzi in un'intervista commentando un post dell'assessora regionale della Toscana Monia Monni. Monni aveva definito la politica di Italia Viva a Firenze "personalistica ed egoista, fallica fino nel midollo". Accusa a cui Renzi risponde dicendo di non sapere "cosa sia il potere fallico di cui si occupa l'assessore Monni". Quel "di cui si occupa" manifesta un linguaggio allusivo che è davvero difficile non considerare maschilista.

Tirrenica: Pd, progetto primo lotto c’é. Non ci sono più scuse. Ma da Salvini nessuna risorsa

  • 09/11/2023

“Sulla Tirrenica è andato in scena l'ultimo vergognoso atto di un governo e di un Ministro delle Infrastrutture che hanno ingannato per mesi i cittadini, nonostante le promesse elettorali e le rassicurazioni in Parlamento. Matteo Salvini aveva infatti annunciato che sarebbero state finanziate le opere con progetti esecutivi approvati: ci ritroviamo attualmente con 12 miliardi di euro stanziati per il Ponte sullo Stretto nonostante non ci sia alcun progetto e zero euro per la Tirrenica.

Salario minimo: Braga, Torna in Aula, serve a combattere povertà. Governo non ha scuse

  • 13/09/2023

Il salario minimo non è archiviato. La riunione dei capigruppo di oggi ha deciso il ritorno in aula nel mese di ottobre del provvedimento voluto dal Pd e dalle opposizioni perché l’estate non ha cancellato stipendi miseri per tre milioni di lavoratori. Siccome il governo cancella o non vede il paese reale, quello che non ha fatto vacanze, vogliamo costringerlo ad affrontare il tema senza delegarlo ad altri, senza nascondersi dietro le solite scuse sui costi di un’iniziativa che serve a combattere finalmente la povertà di chi ha un lavoro ma non ha abbastanza per vivere.