Manovra: Roggiani, Governo ignora emergenza sociale e povertà
Audizioni confermano una manovra ingiusta e miope
Audizioni confermano una manovra ingiusta e miope
“Le audizioni stanno confermando con forza tutte le nostre preoccupazioni, specialmente sulla sanità dove mancano all’appello 19 miliardi di euro. Questa situazione mette a rischio le prestazioni essenziali per la salute dei cittadini, oltre a compromettere i fondi necessari per un piano nazionale di assunzioni e per una retribuzione giusta del personale sanitario.” così la responsabile economia del Pd, la deputata democratica Maria Cecilia Guerra che sta seguendo in commissione a Montecitorio la prima giornata di audizioni sulla legge di bilancio.
"Siamo facendo la storia", così diceva Giorgia Meloni. Per la prima volta, tocca darle ragione: questo Governo è appena entrato nella storia. Come evidenziato dalla Fondazione Gimbe, infatti, la spesa sanitaria in rapporto al PIL è stata fissata al 5,9% per il 2027. Si tratta, appunto, del minimo storico. Ma c'è di più. Perché per le misure previste per il periodo 2025-2030, il Governo ha stanziato solo 10,2 miliardi di euro rispetto ai 29 miliardi necessari. Sapete cosa vuol dire?
“La premier Meloni dovrebbe riprendere in mano la calcolatrice e impegnarsi meglio nei conti perché sulla sanità ha dato letteralmente i numeri. Lo dimostra l'audizione di Gimbe sulla legge di bilancio: rispetto alle misure previste mancano 19 miliardi da qui al 2030 e nel 2027 il finanziamento pubblico scenderà al 5,9 per cento del PIL e cioè al minimo storico. Una situazione catastrofica che pare non interessare il governo". Lo scrive in una nota Ilenia Malavasi, deputata del Pd in commissione affari sociali di Montecitorio.
“La presidente Meloni mente sapendo di mentire. Continua a raccontare fandonie usando in malo modo le calcolatrici, raccontando che qualche milione in più risolve i problemi delle persone. In realtà noi sappiamo che di milioni ne mancano tanti, molti di più di quelli promessi dal governo Meloni. Ma oltre alle risorse mancano anche le idee e la voglia di cambiare il modo di interpretare la sanità. Purtroppo tutto quello che il COVID drammaticamente ci ha insegnato è stato dal governo Meloni dimenticato”.
"La relazione della Fondazione Gimbe presentata oggi in Parlamento rappresenta una sonora bocciatura della manovra”. Lo dichiara la capogruppo democratica alla Camera, Chiara Braga, nel primo giorno di audizioni a Montecitorio sulla legge di bilancio. “E più in generale - sottolinea Braga - le audizioni si stanno trasformando in un vero e proprio fact-checking, in cui i soggetti auditi stanno smontando, punto su punto, la propaganda della maggioranza, rivelando come, in ambito sanitario, le risorse tanto decantate dalla presidente Meloni siano del tutto insufficienti.
“Lo sciopero dei commercialisti contro la mancata proroga del concordato preventivo dimostra tutta l’ incapacità del governo. Tra sanatorie e ravvedimenti si complicano tecnicamente gli adempimenti e soprattutto si aggiunge incertezza e confusione. Il dato di fondo è che invece di aumentare i controlli e mettere in grado l’agenzia delle entrate di poterlo fare (mancano migliaia di dipendenti nell’ agenzia) si continua a provare ad incentivare una adesione al concordato che è sempre più in aiuto ad evadere . Aderire evadendo, senza essere più controllati, questo è il messaggio.
Per il terzo anno consecutivo, nella Legge di Bilancio non è previsto alcun finanziamento per la Tirrenica. Nonostante i numerosi annunci del Ministro Salvini, che promettevano risorse immediate, il progetto rimane solo sulla carta. Mentre mancano indicazioni precise nella Manovra 2025, il governo stanzia ben 24 miliardi di euro per lo sviluppo infrastrutturale tra il 2027 e il 2036".
“La manovra non è nemmeno partita alla Camera per le audizioni che nella maggioranza già c’è la corsa a chi prova a piantare qualche bandierina in più. Dal concordato fiscale alle pensioni minime, passando per la flat tax. Un balletto macabro di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sulla pelle degli italiani. Che invece devono fare i conti con risorse scarse alla sanità e tagli ai servizi fondamentali. Uno spettacolo indecoroso. Fanno cassa sulla parte del paese più povera”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Abbiamo incontrato il gruppo dirigente della CGIL a partire da Maurizio Landini. Abbiamo condiviso molte posizioni critiche rispetto alla manovra, a partire dal taglio alla Sanità che tendenzialmente scenderà sotto il 6% e abbondantemente sotto la media europea e l'emergenza che riguarda il lavoro pubblico, dai tagli lineari agli enti locali, che determineranno l'eliminazione di servizi fondamentali, al blocco del turnover, alla scelta di non garantire, ai lavoratori del pubblico impiego, l'intero potere d'acquisto che gli spetta nel rinnovo del contratto.