Dl economia: Sarracino, la destra vota ancora una volta contro le infrastrutture del sud
“Anche oggi la destra vota contro il sud!
“Anche oggi la destra vota contro il sud!
“Ancora una volta il governo Meloni conferma di agire sempre contro il Sud. Per l'ennesima volta sono stati bocciati due emendamenti al Dl Economia promossi dal Partito democratico: il primo per il finanziamento del nodo Catania, con la realizzazione del doppio binario, l'interramento della stazione centrale e la realizzazione della fermata Duomo-Porto. Un intervento fondamentale per Catania e la Sicilia promesso da Meloni in campagna elettorale e ancora oggi non finanziato dalla premier al governo”.
"La nuova classificazione delle aree montane prevista dalla legge nazionale rischia di trasformare la montagna italiana in un concetto limitato quasi esclusivamente alle Alpi, cancellando di fatto l’Appennino e le aree interne del Centro e del Sud dal perimetro delle politiche pubbliche. È un’impostazione miope e profondamente ingiusta: basare tutto su altitudine e pendenza significa ignorare le reali condizioni di vita dei territori, la distanza dai servizi, la fragilità socio-economica, il rischio idrogeologico, lo spopolamento crescente.
“La valenza nazionale di questa tornata elettorale è sotto gli occhi di tutti. La maggioranza ha tentato in ogni modo, anche facendo leva sui propri incarichi istituzionali, di cercare un consenso che però non si è materializzato. Non sono riusciti a fermare la domanda di cambiamento che i cittadini hanno espresso con forza. La sconfitta di Cirielli in Campania ne è la prova più evidente, e il risultato straordinario di Decaro, che doppia il centrodestra in Puglia, lo conferma ulteriormente.
“La riscossa parte dal Sud: da queste elezioni regionali emerge un segnale netto per il governo che esce sconfitto da questa prova elettorale, e la battuta d’arresto del viceministro Cirielli ne è la conferma più evidente. La sfida in vista del 2027 è tutt’altro che chiusa.
“Con la legge di bilancio il governo Meloni infligge un nuovo colpo durissimo al Mezzogiorno. Si tagliano in particolare 2 miliardi e 400 milioni al Fondo per lo sviluppo e la coesione. È un impatto rilevante e negativo su investimenti fondamentali per infrastrutture, politiche sociali, riqualificazione urbana e ambientale. È l’ennesimo attacco al Sud”. Lo denuncia il deputato Piero De Luca, capogruppo del Partito Democratico in commissione Affari europei.
“Altro che manovra a misura di Sud! Le parole della Presidente Meloni sono l’ennesimo esercizio di propaganda vuota e falsa di un Governo che nei fatti sta smantellando ogni politica di sviluppo e coesione per il Mezzogiorno. I numeri del disastro fatto finora parlano chiaro: 3,7 miliardi di euro tagliati ai fondi per la perequazione infrastrutturale, oltre 5 miliardi tolti alla decontribuzione per il lavoro al Sud. La manovra va oltre.
“Sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensano i parlamentari della destra eletti al Sud della discriminazione che esiste sulla polizza RC Auto su base territoriale. Votando contro la mozione Pd votano contro loro stessi e contro i territori che li hanno eletti”. Lo dichiara il deputato e responsabile Coesione territoriale del Pd, Marco Sarracino dopo che la Camera ha respinto la mozione dem sulla RC Auto.
“Sulla ZES abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto e in soli due anni di attività il Governo ha fatto e disfatto ogni aspetto dello strumento. La soppressione della Struttura di missione è soltanto l’ultima manifestazione della schizofrenia governativa, molto più interessata a poltrone e gestione politica degli investimenti che ad assicurare condizioni ottimali per lo sviluppo nel mezzogiorno.”
Così Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Il Governo sceglie smentisce se stesso e cancella l'organizzazione della Zes Unica. Dopo tanti proclami sui presunti risultati ottenuti, dopo l'ultimo spot propagandistico elettorale sull'estensione a Marche ed Umbria, un emendamento di maggioranza infilato nel decreto Terra dei Fuochi smantella la struttura della ZES unica, sostituita da un nuovo Dipartimento collocato direttamente a Palazzo Chigi.